Putin: "Sulla Groenlandia Trump fa sul serio" e avverte: "Manderemo truppe nell'Artico"

Il presidente russo commenta le possibili intenzioni del capo della Casa Bianca alla vigilia della visita di J.D. Vance in una base militare sull'isola artica

Putin: "Sulla Groenlandia Trump fa sul serio" e avverte: "Manderemo truppe nell'Artico"
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Il presidente russo Vladimir Putin fa sentire la sua su una possibile acquisizione americana della Groenlandia. Una questione che in queste settimane sta dividendo Washington, Nuuk e Copenaghen e rischia di rappresentare un'ulteriore spaccatura nei rapporti transatlantici. Il capo del Cremlino è infatti intervenuto oggi ad un un Forum sull'Artico nella città settentrionale di Murmansk dichiarando che i piani di annessione dell’isola di ghiaccio da parte degli Stati Uniti sono "seri" ed hanno "radici storiche" che vanno ben oltre le posizioni espresse da Donald Trump.

Come riporta l’agenzia Ria Novosti, Putin ha spiegato che gli Usa “progettano da tempo di annettere la Groenlandia" facendo riferimento a progetti “che hanno radici storiche di lunga data”. Per lo zar è “ovvio” che gli americani “continueranno a promuovere sistematicamente i propri interessi geostrategici, politico-militari ed economici nell'Artico".

Nel corso del suo intervento il leader della Federazione ha fatto sapere che "il numero del personale militare" russo nell'Artico "aumenterà" e ha affermato di chiedere "separatamente al governo di estendere il programma per la ristrutturazione dei campi militari, entità amministrativo-territoriali chiuse nell'Artico, dove vivono i nostri soldati, ufficiali e le loro famiglie". Il programma di ristrutturazione promosso da Putin dovrebbe funzionare almeno fino al 2030 con un volume annuo di sostegno finanziario dal bilancio federale di almeno 10 miliardi di rubli, pari a circa 110 milioni di euro.

Il capo del Cremlino ha inoltre detto che Mosca è "pronta" a "collaborare" nell'Artico "non solo con gli Stati artici, ma con tutti coloro" che "condividono la responsabilità per un futuro stabile e sostenibile del nostro pianeta e possono prendere decisioni equilibrate per i decenni a venire". Lo zar si è poi scagliato contro i Paesi occidentali sostenendo che "molti" di loro "hanno intrapreso una rotta di confronto e hanno interrotto i contatti scientifici, educativi e culturali". A causa di ciò, ha dichiarato Putin, "purtroppo, l'attuale cooperazione internazionale alle latitudini settentrionali non sta vivendo i suoi momenti migliori".

Come è facile immaginare il dossier groenlandese non divide solo gli alleati della Nato ma potrebbe comportare conseguenze anche nelle relazioni tra Washington e Mosca. A gennaio il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva commentato le sortite dell'allora presidente eletto Trump sulla Groenlandia affermando che "l'Artico è una zona di nostri interessi nazionali e strategici". Gli osservatori avevano fatto notare assonanze con l'espressione "zona di influenza strategica" usata da Putin per criticare l'allargamento ad est dell'Alleanza Atlantica.

Il leader russo per il momento ha comunque gettato acqua sul fuoco. A modo suo. Al Forum di Murmansk l'ex spia del Kgb ha precisato che "la Russia non ha mai minacciato nessuno nell'Artico. Stiamo osservando con attenzione gli sviluppi più recenti, stiamo aumentando le nostre capacità di risposta. Proteggeremo i nostri interessi, il mantenimento della pace e della stabilità nella regione polare assicurerà sviluppo a lungo termini". Quanto alla Groenlandia, ha proseguito Putin, "è una questione che non ci riguarda, coinvolge due Stati" e ha riservato una stoccata alle nazioni della Nato che considerano l'Artico "come una base per un conflitto e i nuovi membri, Finlandia e Svezia, hanno un ruolo attivo".

Le dichiarazioni del capo del Cremlino arrivano alla vigilia della visita di J.D.

Vance, il vicepresidente americano, nella base militare Usa di Pituffik in Groenlandia. Ancora poche ore e sapremo come risponderà alle esternazioni russe sui territori artici il numero due della Casa Bianca, sin qui più ostile nei confronti dei partner storici europei che della Federazione.

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