Non accenna a diminuire la temperatura delle acque attorno alla Groenlandia. Nelle ultime settimane il territorio artico è finito assieme al Canale di Panama e al Canada al centro di una querelle diplomatica dopo che il presidente eletto Donald Trump ha dichiarato di essere interessato alla loro acquisizione per espandere i confini degli Stati Uniti. Sino ad ora la Danimarca, che controlla la Groenlandia, aveva mantenuto i toni bassi ma nelle scorse ore il sovrano danese sembra aver preso una posizione chiara in merito alla vicenda.
Re Frederik X ha infatti annunciato una modifica allo stemma reale che prevede la rimozione, dopo 500 anni, delle tre corone nordiche, simbolo dell’antica Unione di Kalmar che in epoca medievale univa la Danimarca alla Norvegia e alla Svezia. Nella nuova versione dello stemma trovano maggiore spazio l’orso polare e l’ariete, simboli rispettivamente della Groenlandia e delle Isole Faroe. Una revisione che ha tutta l'aria della stoccata diretta al prossimo inquilino della Casa Bianca.
La casa reale della Danimarca ha fatto sapere che lo stemma, usato nei sigilli e nei documenti ufficiali, “rafforza l’importanza del Commonwealth” precisando che le tre corone sono state rimosse “perché non sono più rilevanti”. Dal 1819 il blasone è stato modificato solo in tre occasioni, nel 1903, nel 1948 e nel 1972. L'aggiornamento sarebbe stato apportato in seguito alla raccomandazione di un comitato nominato dopo l’ascesa al trono del nuovo sovrano avvenuta nel gennaio del 2024.
Dick Harrison, professore di storia presso l’Università svedese di Lund ricorda come il simbolo delle tre corone sia sopravvissuto per centinaia di anni e dunque la sua rimozione desta comprensibilmente “scalpore”. Gli esperti sottolineano che le modifiche dello stemma vanno anche lette alla luce delle recenti dichiarazioni del primo ministro della Groenlandia, Múte Egede, a favore di una piena indipendenza da Copenaghen.
Significativo a tal proposito il confronto tra i discorsi pronunciati a inizio anno dal sovrano danese e da Egege. Frederik X ha affermato che “siamo tutti uniti e ognuno di noi è impegnato per il regno di Danimarca. Dalla minoranza danese nello Schleswig meridionale, che si trova persino fuori dal regno, fino alla Groenlandia”. Il primo ministro groenlandese ha invece dichiarato che la cooperazione con la Danimarca “non è riuscita a creare una piena uguaglianza” ed “è giunto il momento che anche noi facciamo un passo avanti e diamo forma al nostro futuro”. Nel territorio artico negli ultimi anni ha preso piede un forte movimento indipendentista alimentato dalle rivelazioni sulla gestione dell'isola da parte delle autorità danesi nel corso del Ventesimo secolo, in particolare negli anni Sessanta e Settanta quando venne imposta una campagna di controllo delle nascite al fine di ridurre la popolazione inuit.
È in questo contesto che nelle prossime ore è previsto l'arrivo del figlio del tycoon, Donald Trump Jr. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente eletto che in un post sui social ha ribadito come la Groenlandia sia “un posto incredibile e il suo popolo ne trarrà beneficio se e quando diventerà parte della nostra nazione”.
Durante la sua visita, di natura privata, il primogenito di The Donald dovrebbe registrare materiale per un podcast e non dovrebbe incontrare funzionari locali. Intanto il ministero degli Esteri groenlandese ha rilasciato un comunicato nel quale si legge che il territorio artico è "aperto e chiunque voglia visitarlo è il benvenuto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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