"Sì alla Svezia nella Nato": il via libera della Turchia. Manca solo l'Ungheria

Il parlamento turco ha approvato la ratifica del protocollo che sancisce l'ingresso della Svezia nella Nato. Dopo più di un anno di trattative è arrivato il via libera di Ankara all'allargamento Nato

"Sì alla Svezia nella Nato": il via libera della Turchia. Manca solo l'Ungheria
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Dopo anni di complicati negoziati la Turchia ha dato il suo ok all'ingresso della Svezia nella Nato. La maggior parte dei parlamentari turchi, compresi i membri del principale partito d'opposizione, il Partito popolare repubblicano (Chp), ha votato a favore della candidatura di Stoccolma a diventare parte integrante dell'Alleanza atlantica. Ricordiamo che le richieste di Finlandia e Svezia di aderire all'organizzazione risalgono al 2022, e che sono state la diretta conseguenza dell'offensiva russa in Ucraina. Per molti mesi le proposte delle due nazioni scandinave sono rimaste bloccate a causa del muro di Ankara, che le ha più volte accusate di non aver represso gruppi considerati terroristici dalle autorità turche, in particolare membri e simpatizzanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Adesso, prima del definitivo semaforo verde, solo il parlamento ungherese deve ratificare l'ingresso svedese nella Nato.

La decisione della Turchia

La Turchia aveva approvato la candidatura della Finlandia ad entrare nella Nato, ma ripetutamente bloccato l'adesione della Svezia, facendo leva sulle proteste derivanti dai roghi del Corano nel Paese da parte di attivisti di estrema destra, nonché sulle manifestazioni contro la Turchia e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Adesso l'impasse si è definitivamente sbloccata.

L'assemblea plenaria del parlamento di Ankara ha votato con 287 voti favorevoli, 55 contrari e 4 astenuti (su un organo composto da 600 membri) per l'accettazione della richiesta della Svezia di aderire all'Alleanza atlantica, rimandando il documento Erdogan per l'approvazione finale, prima che il dossier possa essere depositato presso il Dipartimento di Stato americano a Washington. La Svezia è insomma ormai sul punto di realizzare il suo obiettivo: quello di diventare il 32esimo membro dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, precisamente un anno e otto mesi dopo aver presentato la domanda.

L’ingresso della Svezia rafforzerebbe la Nato, potenziando la portata settentrionale dell'organizzazione e migliorando la sua capacità di difendere il fianco orientale. Svezia e Finlandia avevano precedentemente evitato di aderire ad alleanze militari, finché le azioni militari del presidente russo Vladimir Putin non hanno spinto i due Paesi a cambiare registro.

Il futuro della Svezia

Come ha spiegato il New York Times, nonostante il voto la rapida adesione della Svezia non è però garantita. La Turchia potrebbe infatti ritardare la presentazione della sua approvazione formale all'Alleanza, mentre non è chiaro quando l’Ungheria potrebbe fornire il suo consenso.

Erdogan a dicembre aveva inoltre affermato che la Turchia avrebbe dato il suo ok alla richiesta svedese se gli Stati Uniti avessero finalizzato un pacchetto di vendita di aerei da combattimento F-16 ad Ankara nonché la rimozione dell'embargo sulle armi da parte del Canada. Il Congresso degli Stati Uniti deve ancora approvare la vendita di jet al governo turco ma l'amministrazione Biden ha ripetutamente affermato che avrebbe sostenuto la richiesta di Erdogan.

A proposito dell'Ungheria, il primo ministro ungherese Victor Orban ha dichiarato di aver invitato il suo omologo svedese, Ulf Kristersson, a visitare il Paese per negoziare i termini dell'adesione della Svezia alla Nato. "Oggi ho inviato una lettera al primo ministro Ulf Kristersson invitandolo in Ungheria per discutere dell'ingresso della Svezia nell'Alleanza Atlantica", ha scritto Orban su X (ex Twitter). La risposta è arrivata poche ore dopo.

"Non vedo alcun motivo per negoziare oggi", ha dichiarato il ministro degli Esteri svedese alla stampa. Tuttavia, si è detto pronto a "discutere", sottolineando i "molti punti in comune" e la "cooperazione militare" tra i due Paesi.

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