"Passerà alla storia come un traditore". Madrid approva l'amnistia per gli indipendentisti catalani

La Spagna traccia un solco fra il presente e il recente passato, "cassando" le responsabilità degli indipendentisti catalani e del loro leader Carles Puigdemont. La rabbia dei conservatori contro Sanchez

"Passerà alla storia come un traditore". Madrid approva l'amnistia per gli indipendentisti catalani
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La Spagna tira dritto sulla sua storia recente, a proposito dell'annosa vicenda della Catalogna. Il Congresso dei deputati iberico ha approvato in via definitiva l'amnistia agli indipendentisti catalani con 177 voti a favore e 172 contrari.

Il progetto di legge è passato grazie al sostegno dei partiti al governo, Psoe e Sumar, e dei partiti nazionalisti e indipendentisti baschi e catalani e di Podemos. Contraria l'ala conservatrice con il Partito popolare e Vox. L'amnistia, che è stata al centro degli accordi siglati dai socialisti e dagli indipendentisti catalani di Erc e Junts, che hanno permesso l'investitura di Pedro Sanchez, andrà a beneficio degli indagati, imputati o condannati per i fatti risalenti al periodo compreso tra l'1 novembre 2011 e il 13 novembre del 2023, legati alle istanze di indipendenza della Catalogna: si tratta di circa 400 persone. Tra loro c'è l'ex presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, che potrebbe così fare rientro in Spagna dal Belgio, dove fuggì per sfuggire alla giustizia spagnola dopo il referendum dell'1 ottobre 2017 e la dichiarazione unilaterale d'indipendenza della Catalogna.

Il parlamento spagnolo avrebbe votato oggi per l'approvazione definitiva del disegno di legge di amnistia, aprendo la strada al ritorno di Puigdemont nell'agone politico spagnolo. La "serpe in seno" nuovamente in casa provocherà non pochi scossoni agli attuali equilibri politici di Paese. L'approvazione dell'amnistia sarà un momento chiave per il primo ministro Sanchez, poichè ha riguadato un do ut des avanzato dai partiti separatisti in cambio del loro sostegno parlamentare per consentirgli un nuovo mandato. A marzo, la camera bassa del parlamento spagnolo aveva approvato il disegno di legge. Il provvedimento è poi passato alla Camera alta del Senato, dominata dall'opposizione di destra, dove è stato posto il veto con un gesto simbolico che non impedirà che diventi legge.

A suggellare il risultato di questa operazione riappacificatrice, il premier Sanchez. "In politica, come nella vita, il perdono è più potente del rancore. Oggi la Spagna è più prospera e unita rispetto al 2017". Lo ha affermato su X dopo l'approvazione definitiva al Congresso dei deputati dell'amnistia. "La convivenza si sta facendo strada", ha aggiunto il leader socialista che ha partecipato oggi al voto alla Camera bassa ma non al dibattito in aula. "Oggi è un giorno storico", "oggi non si perdona, oggi si vince una battaglia del conflitto che esiste da secoli tra due nazioni", spagnola e catalana. Getta benzina sul fuoco la portavoce del partito indipendentista catalano Junts, Miriam Nogueras, intervenendo al dibattito al Congresso. Secondo Nogueras, questa legge è "una vittoria democratica e collettiva".

Ma se il governo spagnolo saluta la complessa (e interessata) operazione di ricucitura, l'Europa osserva guardinga. "Ora che la legge spagnola sull'amnistia è stata approvata la Commissione sarà in grado di analizzarla e continueremo a seguire questi sviluppi nel contesto della preparazione della nostra relazione sullo stato di diritto per quest’anno". Lo ha detto la portavoce della Commissione europea, Anitta Hipper, nel briefing quotidiano con la stampa. "Non abbiamo una tempistica specifica per finalizzare la nostra valutazione, la commissaria è in contatto con le autorità. Stiamo seguendo attentamente gli sviluppi", ha aggiunto.

Resta critico il leader di Vox, Santiago Abascal, ha denunciato che la legge di amnistia, bollandola come un'ulteriore cessione da parte del governo di coalizione affinchè il premier Pedro Sanchez possa restare al potere, nonchè il "più grande atto politico corruzione" perpetrata in Spagna dal 1978.

Abascal è intervenuto così nel dibattito in cui è stato tolto il veto del Senato sulla legge sull'amnistia, e dove ha avvertito che "il peggio" per Sanchez "deve ancora arrivare". Il leader di Vox ha predetto che questo governo passerà alla storia per essersi alleato con i "peggiori del globo, dentro e fuori", e con tutti i "nemici della Spagna".

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