
L’amministrazione Trump tira dritto. Dopo aver firmato un ordine esecutivo a febbraio per vietare alle atlete transgender di gareggiare nelle gare femminili, il tycoon è pronto alla battaglia giudiziaria con il Maine. Ieri, infatti, il Dipartimento di Giustizia ha intentato causa allo Stato della East Coast a guida democratica per aver permesso alle trans di prendere parte agli sport femminili. La conferma è arrivata dall’Attorney General Pam Bondi.
“Il Dipartimento di Giustizia non resterà a guardare mentre le donne vengono discriminate nello sport” la posizione della Bondi: “È in gioco anche la sicurezza personale di queste giovani donne”. Subito dopo aver emesso l’ordine esecutivo a febbraio, Trump si scontrò con la governatrice del Maine Janet Mills. Inoltre, la scorsa settimana la sua amministrazione ha annunciato il taglio dei finanziamenti federali per le scuole pubbliche proprio per questo motivo. Lo Stato è accusato di aver violato il Titolo IX, la storica legge sui diritti civili che proibisce la discriminazione di genere nelle strutture educative che ricevono finanziamenti federali.
“Ci vediamo in tribunale”, commenta la governatrice Mills sull’ipotesi di battaglia giudiziaria. Sulla vicenda era intervenuto ad aprile anche il procuratore generale del Maine, rimarcando che “nulla nel Titolo IX vieta alle scuole di permettere alle ragazze e alle donne trans di partecipare alle competizioni sportive femminili”. Ma la causa contro il Maine potrebbe essere la prima di una lunga serie.
Se Bondi ha sottolineato che California e Minnesota potrebbero finire nel mirino della Casa Bianca, Trump è intenzionato a negare
qualsivoglia riconoscimento della diversità di genere. Ma non solo. Il tycoon è pronto al pressing sul Comitato Olimpico Internazionale per la modifica delle regole sulle atlete trans prima dei Giochi di Los Angeles del 2028.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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