
Comincia adesso, a 69 anni, la seconda vita del cancelliere in pectore Friedrich Merz. Allontanatosi nel 2009 dalla politica e dalla sua Cdu/Csu, dominata per oltre 15 anni da Angela Merkel, il principale sfidante di Olaf Scholz ha portato a casa una vittoria prevista, ma per nulla scontata, ottenendo il 28% circa dei voti. Quella del grigio e facoltoso avvocato finanziario è stata una campagna elettorale al cardiopalma che si è decisa negli ultimi 31 giorni segnati da attentati terroristici, pericolose manovre politiche e dichiarazioni choc da parte degli americani, alleati storici di Berlino dal secondo dopoguerra. Merz, che è riuscito a prenotare un posto al Bundeskanzleramt, ha ora davanti a sé i complicati negoziati per determinare l’assetto della prossima coalizione di governo. Intanto in queste ore gli addetti ai lavori ricostruiscono il successo di una delle operazioni di resurrezione politica più incredibili degli ultimi tempi.
Tutto comincia un mese fa con un attacco terroristico compiuto da un richiedente asilo afghano nella città bavarese di Aschaffenburg. Due le vittime, tra cui un bambino di due anni. Politico riporta che in quel momento il cristianodemocratico comprende che la campagna elettorale deve spostare l’attenzione sul tema dell'immigrazione scalzando l'economia e altri dossier come il rafforzamento militare e la gestione del sostegno all’Ucraina. Il giorno dopo in una riunione avvenuta a tarda notte, Merz, visibilmente scosso per la mattanza senza senso, anticipa e spiega ai suoi compagni di partito la svolta che ritiene necessaria. Chi lo conosce sa che il prossimo cancelliere “è una persona che ha la stessa probabilità di lasciarsi influenzare sia dalla sua reazione emotiva che dal calcolo politico”. “Questo attacco”, dichiara la parlamentare conservatrice Serap Güler, “soprattutto perché ha coinvolto un bambino, lo ha colpito davvero nel profondo”.
Merz preme dunque l’acceleratore presentando in parlamento dure proposte in materia di lotta all’immigrazione che segnano una rischiosa e inaudita convergenza di interessi con l’AfD, il partito di estrema destra attorno al quale tutte le formazioni tedesche hanno costruito un “cordone sanitario”. A fine gennaio al Bundestag, per la prima volta, i voti dell’AfD si dimostrano determinanti per l’approvazione di una mozione della Cdu, dal carattere simbolico, sui migranti. Una seconda risoluzione viene invece respinta.
La mossa di Merz attira le critiche degli altri partiti e, persino, dell’ex cancelliera Angela Merkel. E in effetti la scommessa dell’avvocato finanziario è tra le più pericolose e dalle “proporzioni sismiche”: punta a proiettare un’immagine di forza anche per bloccare l’ascesa nei sondaggi dell’AfD ma, allo stesso tempo, sdoganando la formazione guidata da Alice Weidel rischia di mettere in fuga i moderati.
La Cdu-Csu non abbandona Merz e conferma la sua linea. L’abbattimento del Brandmauer, la barriera tagliafuoco, costringe tutti i partiti a confrontarsi sulla questione dell’immigrazione. Ad urne chiuse, quella di Merz appare come una scelta vincente che potrebbe aver contribuito a tenere lontano dal parlamento l’estrema sinistra e i liberali. Un risultato che dovrebbe facilitare le manovre del prossimo cancelliere in vista della definizione della coalizione di governo.
Il racconto delle settimane che hanno sconvolto la Germania non può dirsi completo se non si tiene conto dell'irruzione del fattore Trump. Mentre infatti a Monaco si verifica l’ennesimo attentato, nella stessa città bavarese si svolge la Conferenza sulla Sicurezza durante la quale i principali rappresentanti della nuova amministrazione americana comunicano ai partner europei che gli anni d'oro dei rapporti transatlantici sono alle spalle. Washington offre così a Merz l'ultima possibilità di consolidare la sua candidatura agli occhi degli elettori tedeschi.
Due giorni prima delle elezioni, dopo l’incontro tra le delegazioni della Casa Bianca e del Cremlino a Riad e le dichiarazioni ostili di Trump contro Zelensky, l’esponente della Cdu/Csu afferma che l’Europa non può più contare sulla protezione americana presentandosi come un leader pronto a guidare non solo la Germania ma anche l’Europa in una delle fasi più instabili della storia mondiale recente. Il voto lo incorona.
“Possiamo davvero raggiungere l’indipendenza dagli Usa”, sottolinea dal palco della vittoria il prossimo cancelliere che è un appassionato pilota di aerei. Un'abilità che potrebbe tornare utile al cristianodemocratico, pur nella consapevolezza che le turbolenze che lo aspettano saranno ben diverse da quelle incontrate sino ad ora ad alta quota.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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