Dopo una campagna elettorale al fulmicotone e quattro anni da nemici, Joe Biden e il presidente neoeletto Donald Trump si sono incontrati alla Casa Bianca: non solo cortesia istituzionale, ma per organizzare nei dettagli il passaggio dei poteri. I due presidenti, seduti accanto al camino, non hanno risposto ad alcuna domanda prima che i giornalisti venissero accompagnati fuori dallo Studio Ovale. L'incontro con Biden è durato due ore: il presidente eletto ha lasciato la Casa Bianca senza parlare con i giornalisti. Anche il capo dello staff scelto da Trump, Susie Wiles, e il capo dello staff di Biden, Jeff Zients, hanno partecipato a una parte dell'incontro.
La transizione sarà la "più liscia possibile". Lo ha detto Trump rivolgendosi a Biden nello scambio di battute alla presenza dei giornalisti, prima dell'inizio dell'incontro nello Studio Ovale della Casa Bianca. Trump ha ringraziato Biden per lo speciale appuntamento ed è parso quasi scusarsi con il presidente per i toni usati durante la campagna elettorale: "La politica a volte non è piacevole", ha detto il magnate neoletto. I giornalisti,poi, sono stati rapidamente fatti uscire dalla stanza: Trump è arrivato un po' in ritardo rispetto alla tabella di marcia per l'incontro con il presidente, previsto per le 11.00 ora della East coast.
Una cordiale stretta di mano che sembra già passare alla storia, come se la campagna del 2020 non fosse mai esistita, tantomeno l'assalto a Capitol Hill e tutti questi mesi al vetriolo. "Signor presidente eletto, ex presidente, Donald, congratulazioni", così Biden, stringendo la mano a Trump, che che nel 2020 si rifiutò di incontrarlo alla Casa Bianca -rompendo la liturgia democratica americana- dopo la vittoria che il tycoon ancora oggi non riconosce come legittima. Melania Trump, la first lady futura non sembra aver accompagnato il marito durante la sua visita a Washington oggi. Ma la Casa Bianca riferisce che l'attuale prima donna d'America, Jill Biden, ha accolto Trump al suo arrivo e gli ha consegnato una lettera di congratulazioni scritta a mano per la consorte. La lettera si congratula con Trump e sua moglie, Melania, per l'elezione, e esprime la disponibilità del suo team ad assisterli nella transizione, ha affermato il suo ufficio.
Piccola nota di colore: lo Studio Ovale resta ancora molto simile a come lo ricorderà Trump , con qualche differenza. I Biden hanno mantenuto i drappi dorati che Trump aveva in ufficio e che erano stati precedentemente utilizzati dal presidente Bill Clinton. La Resolute Desk è la stessa che Trump e altri presidenti precedenti hanno utilizzato. Ma sono sparite le bandiere delle branche dell'esercito statunitense che Trump aveva esposto dietro la scrivania, dove Biden volle semplicemente una bandiera americana. Biden ha anche rimosso il ritratto di Andrew Jackson che Trump aveva portato per onorare il presidente populista, così come un busto di Winston Churchill.
Anche se, hanno testimoniato alcuni giornalisti, i due leader sono stati cordiali, gli accordi formali della transizione presidenziale non procedono poi così fluidi. Il team di Trump deve ancora firmare gli accordi sugli spazi e le attrezzature, nonchè sull'accesso a funzionari, strutture e informazioni. "Gli avvocati della transizione Trump-Vance continuano a impegnarsi in modo costruttivo con gli avvocati dell'amministrazione Biden-Harris per quanto riguarda tutti gli accordi contemplati dal Presidential Transition Act", ha affermato Brian Vance, portavoce della transizione Trump, riferendosi alla legge che regola il trasferimento di potere. Valerie Smith Boyd, direttrice del Center for Presidential Transition della Partnership for Public Service, un'organizzazione non-profit che fornisce consulenza alle amministrazioni in arrivo, ha affermato che l'accordo sottolinea che gli Stati Uniti hanno un solo presidente alla volta e include impegni a firmare patti etici per non trarre profitto dalle informazioni fornite durante la transizione.
Trump era a Washington nel bel mezzo della formazione della sua futura squadra e mentre la corsa per il leader della maggioranza al Senato si stava spostando verso un secondo ballottaggio dopo che nessuno dei tre contendenti era riuscito a vincere direttamente durante il primo turno
di votazioni. I senatori repubblicani John Cornyn (Texas) e John Thune (South Dakota) erano avanzati al secondo turno: Thune del South Dakota è riuscito a spuntarla, andando a sostituire Mitch McConnell.
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