Non basta il caso Stormy Daniels. A rendere difficile o addirittura potenzialmente bloccare la corsa alla Casa Bianca dell'ex presidente Donald Trump potrebbe essere un cavillo giuridico poco noto ai più, una clausola inserita nella Costituzione degli Stati Uniti che risale ai tempi della Guerra Civile. Si tratta, riporta l'agenzia Adnkronos, della sezione 3 del 14esimo emendamento, approvata nel 1868 per punire gli ufficiali confederati che vieta "a qualunque funzionario degli Stati Uniti" di ricandidarsi dopo aver "partecipato ad un'insurrezione o ribellione" contro il Paese. Secondo due associazioni - la Citizens for Responsibility and Ethics e la Free Speech For People - tale clausola è perfettamente applicabile al caso di Trump, a maggior ragione dopo la raccomandazione di incriminazione che la Commissione d'inchiesta della Camera sull'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 ha inviato lo scorso dicembre al dipartimento della Giustizia. Tale commissione, infatti, ha inviato un testo al Doj nel quale si chiede di incriminare l'ex presidente per incitamento all'insurrezione, ostruzione di un atto ufficiale del Congresso e cospirazione.
Il piano delle due associazioni
I due gruppi no-profit hanno contestato in passato, senza troppo successo, gli attuali membri del Congresso del Partito Repubblicano che hanno appoggiato o comunque non condannato l'assalto del Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump. Ora stanno cercando di utilizzare la stessa disposizione della Costituzione degli Stati Uniti per impedire all'ex presidente di candidarsi e si preparano a chiedere ai tribunali di bloccarne la corsa perché le sue azioni, secondo le due associazioni legate ai dem, prima e durante la rivolta a Capitol Hill, equivalgono a sostenere un'nsurrezione contro gli Stati Uniti, violando così la Costituzione. Difficilmente il piano delle due organizzazioni, visti i precedenti, potrà avere successo: ma Ron Fein, direttore legale di Free Speech for People casi precedenti, ha spiegato al Washington Post che in questo caso la strategia potrebbe dare i suoi frutti a causa dell'enorme quantità di prove contro Donald Trump che è stata raccolta dal comitato della Camera che ha chiesto l'incriminazione del tycoon."I nostri obiettivi sono costringere Donald Trump a rispondere sotto giuramento alle domande circa il suo coinvolgimento nell'insurrezione del 6 gennaio e sentenze in tribunale che lo ritengano interdetto dai pubblici uffici e lo escludano dalle elezioni", ha affermato Fein in una nota.
Il precedente che fa "tremare" il tycoon
Se è vero che i tentativi precedenti delle due organizzazioni sono risultati perlopiù fallimentari, in un caso le due associazioni hanno vinto. L'anno scorso, infatti, un giudice del New Mexico ha ritenuto il commissario della contea di Otero Couy Griffin - condannato per la rivolta del 6 gennaio - non idoneo a prestare servizio a causa delle sue azioni.
Nella sentenza che ha rimosso Griffin dall'incarico, il giudice Francis Matthew ha sottolineato che il primo si era "impegnato in un'insurrezione" ed
"è stato costituzionalmente interdetto dalle cariche federali e statali". Fare lo stesso con un candidato alla Casa Bianca è molto diverso: per questo l'ipotesi di successo rimane al momento remota.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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