Turchia, Erdogan in testa. Ma la sfida è ancora aperta

Conteggiato il 90% delle schede, il presidente uscente in testa ma è sotto il 50% dei consensi: aumentano le possibilità di ballottaggio. L'opposizione invita i cittadini a vigilare sulla regolarità del voto

Turchia, Erdogan in testa. Ma la sfida è ancora aperta
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Chiusi i seggi in Turchia, c'è attesa per conoscere i risultati. La giornata di voto nel Paese è trascorsa senza particolari problemi. Lunghe le file registrate sia nelle grandi città che nelle comunità più periferiche. Si prevede per questo motivo un'alta affluenza, circostanza importante per comprendere l'esito della tornata elettorale. I cittadini turchi hanno votato, esattamente come accaduto nel 2018, sia per le presidenziali che per le legislative.

Turchia verso il ballottaggio

Secondo le agenzie turche, il presidente Erdogan è in testa nelle preferenze. In tal modo, il capo dello Stato è riuscito a ribaltare i sondaggi che lo davano indietro. Tuttavia, con il trascorrere delle ore e l'arrivo dei dati dai seggi elettorali, la sua percentuale è progressivamente diminuita. Adesso, con circa il 90% delle schede scrutinate, Erdogan è sotto la soglia del 50%. In particolare, il presidente turco è fermo al 49% dei consensi. Alle sue spalle si è piazzato il suo rivale più accreditato, Kemal Kilicdaroglu. Il candidato repubblicato è dato al 44.3%. Ancora più indietro il terzo incomodo, Sinan Ogan, con il 5%.

L'opposizione è più avanti a Istanbul e in alte grandi città, come ad esempio a Smirne. Ad Ankara invece è un vero e proprio testa a testa tra i due principali contendenti. La roccaforte dell'elettorato di Erdogan è risultata stanziata soprattutto nel cuore dell'Anatolia. Importante la tendenza nelle province a maggioranza curda: qui a prevalere sono stati i voti a favore di Kilicdaroglu. Il presidente uscente è avanti, al contrario, nelle province più disastrate dal sisma dello scorso 6 febbraio. A Kahramanmaras, Erdogan ha ottenuto addirittura oltre il 70%.

Per quanto riguarda le elezioni legislative, è in vantaggio l'Akp del presidente uscente con il 36% dei consensi. Secondo il Chp di Kilicdaroglu, con il 24%. La coalizione a supporto di Erdogan e dell'Akp, denominata "Alleanza Popolare", avrebbe seppur di poco la maggioranza in parlamento. Determinante in tal senso il supporto dei nazionalisti dell'Mhp.

È bene ricordare che per essere eletti al primo turno alle presidenziali, occorre superare il 50%+1 dei consensi. L'attuale situazione appare quindi in bilico: se Erdogan non dovesse raggiungere almeno il 50%, allora il Paese il 28 maggio prossimo sarà chiamato a un secondo turno per le presidenziali.

Kilicdaroglu: "Noi siamo in testa"

Il primo contendente a parlare è stato Kemal Kilicdaroglu. Il principale candidato dell'opposizione ha rivendicato di essere in testa nel conteggio. Secondo i dati in suo possesso, andando a conteggiare i voti delle grandi città la situazione attuale che vede Erdogan in testa risulterebbe ribaltata. "Siamo noi in vantaggio", ha dichiarato il rappresentante del Chp. Kilicdaroglu ha poi lanciato un appello sui social. "Vorrei lanciare un appello ai nostri eroi della democrazia - si legge su Twitter - non lasciate per nessun motivo i seggi elettorali fino alla consegna dell'ultima scheda firmata. La piena e corretta manifestazione della volontà della nazione dipende dalla vostra determinazione. Vedrete, ne varrà la pena".

Le accuse di Erdogan all'opposizione

Anche il presidente uscente ha lanciato accuse nei confronti dei propri principali avversari. In particolare, Erdogah ha puntato il dito contro gli annunci ufficiosi dei risultati rilanciati dall'opposizione. "Mentre le elezioni si sono svolte in un'atmosfera positiva e democratica e lo spoglio dei voti è ancora in corso - ha scritto Erdogan su Twitter - annunciare i risultati frettolosamente equivale a un'usurpazione della volontà nazionale". Nel post, il capo dello Stato si è congratulato con i propri cittadini "per la maturità democratica dimostrata".

La giornata dei due principali contendenti

In mattinata il presidente uscente e ricanditato Recep Tayyip Erdogan ha votato nel suo seggio a Istanbul. Poi un veloce spostamento a sorpresa ad Ankara, lì dove non era atteso: il presidente turco infatti, come sottolineato dai media locali, è solito attendere l'esito del voto nella sua abitazione privata di Istanbul.

Ieri, proprio nella principale metropoli turca, Erdogan ha chiuso la sua campagna elettorale visitando la moschea di Santa Sofia. Una scelta non certo casuale: è stato proprio lui nel 2021 ad autorizzare la trasformazione dell'ex basilica da museo a moschea, attirando così ulteriormente le simpatie dei conservatori.

Di tutt'altro segno l'ultima visita pre elettorale del principale sfidante di Erdogan, ossia il candidato del Chp Kemal Kilicdaroglu. L'esponente repubblicano si è recato nel mausoleo dedicato ad Ataturk, padre della patria e creatore dell'odierna repubblica laica. In mattinata, Kilicdaroglu si è recato nel suo seggio di Ankara per esprimere il voto. “A tutti noi mancava la democrazia – ha dichiarato – ci mancava stare tutti insieme”.

Il

voto è stato organizzato anche nelle aree devastate dal sisma dello scorso 6 febbraio. I seggi sono stati predisposti all'interno dei container o dei prefabbricati allestiti appositamente nei campi dove vivono gli sfollati.

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