"Violate le politiche interne": così Twitter ha "cancellato" Donald Trump

Nuova puntata dei Twitter files, con i quali il patron della piattaforma, Elon Musk, sta svelando i meccanismi della censura da parte di Big Tech e la collusione con la politica e le agenzie federali

"Violate le politiche interne": così Twitter ha "cancellato" Donald Trump

"Twitter files", terza puntata. Dopo la censura preventiva delle notizie relative al laptop di Hunter Biden, il figlio del presidente Usa, ora il giornalista indipendente Matt Taibbi - al quale Elon Musk si è affidato per rivelare i segreti della piattaforma social - scrive che i documenti in suo possesso dimostrano "l'erosione degli standard all'interno dell'azienda nei mesi precedenti al J6" prima dunque dell'assalto a Capitol Hill da parte dei sostenitori di Donald Trump, evento per il quale l'ex presidente fu rimosso dai social.

Secondo Taibbi, la documentazione dimostra "le decisioni di dirigenti di alto livello di violare le proprie politiche e altro ancora, sullo sfondo di un'interazione continua e documentata con le agenzie federali". Il giornalista ha diffuso nei messaggi, infatti, nei quali i dirigenti della piattaforma "si divertono a intensificare i rapporti con le agenzie federali", violando le norme della stessa azienda. Con l'avvicinarsi delle elezioni, nota il giornalista, "gli alti dirigenti - forse sotto la pressione delle agenzie federali, con le quali si sono incontrati sempre più spesso - hanno iniziato a parlare di violazioni come pretesti per fare ciò che probabilmente avrebbero hanno fatto comunque”, ha aggiunto, riferendosi alla "rimozione" di Trump.

La collusione fra Big tech e le agenzie: repubblicani all'attacco

A fronte della pubblicazione dei "Twitter files", i repubblicani ora chiedono indagini penali nei confronti degli ex dirigenti di Twitter. Il deputato membro del Comitato per il commercio del Senato Roger Wicker ha invitato la presidente dem Maria Cantwell a tenere un'audizione sulla censura di Big Tech alla luce dei "Twitter Files" che il nuovo proprietario Elon Musk sta condividendo con i giornalisti indipendenti Matt Taibbi e Bari Weiss.

Il primo lotto mostra come il processo di Twitter che ha portato alla censura della notizia sul laptop di Hunter Biden è stato "casuale nella migliore delle ipotesi", con più dipendenti della piattaforma che hanno messo in dubbio la policy sui "materiali compromessi", ha detto Wicker a Cantwell giovedì. È chiaro che "Twitter si è coordinato con una campagna presidenziale e il Comitato nazionale democratico per sopprimere il dissenso". E il senatore Ted Cruz accusa l'ex dirigente Yoel Roth, dimessosi nelle scorse settimane, di aver ha mentito apertamente in una dichiarazione giurata.

Le pressioni dei dem

Sebbene frammentari nei vari tweet di Taibbi, gli screenshot dei primi "Twitter files", come già rilevato su InsideOver, dimostrano come i dirigenti di Twitter abbiano censurato la storia del laptop di Hunter Biden negli ultimi giorni della campagna del 2020, anche se mancavano di prove sul fatto che quel materiale provenisse da un hackeraggio, e quindi in violazione delle regole di condotta della piattaforma. I documenti, come sottolinea Taibbi, mettono in luce anche il fatto che l’allora Ceo di Twitter, Jack Dorsey, è stato escluso dal processo decisionale.

Dorsey avrebbe poi definito un “errore” la scelta della piattaforma di censurare la notizia del New York Post. Nella documentazione pubblicata su Twitter da Taibbi, emergono le pressioni che la campagna di Biden e il Comitato nazionale democratico hanno fatto pressioni sulla piattaforma per censurare determinati contenuti, evidentemente scomodi.

Lo scorso agosto era stato il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, a svelare un altro tassello della vicenda: fu l’Fbi, nel 2020, a chiedere alle piattaforme social di limitare la diffusione della notizia riguardante il laptop di Hunter Biden

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