"Altri eventi come il 7 ottobre". Così i musulmani di Milano parlano dell'attacco di Hamas

Poche le critiche all'azione terroristica di Hamas del 7 ottobre tra gli epsonenti della comunità islamica di via Padova a Milano: "Israele non ha alcun diritto di esistere"

"Altri eventi come il 7 ottobre". Così i musulmani di Milano parlano dell'attacco di Hamas
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Nel cuore di Milano esistono numerose sacche di cultura islamica, comunità quasi chiuse in cui la legge italiana e lo Stato vengono ammainati in favore della Sharia e delle leggi del Profeta. Sono diverse le moschee che sorgono sul territorio di Milano, dove l'unica parola che vale è quella dell'imam o del dotto che guida la comunità. È in questi meandri che si è infiltrato il giornalista Klaus Davi, cercando di capire sul campo quali siano le opinioni sul 7 ottobre e sulle azioni di Hamas e di Israele. Ha deciso di non informare le forze dell'ordine e di addentrarsi in solitudine e senza scorta, laddove non si vede mai nemmeno il sindaco Beppe Sala, che qui ha un bacino di voti importante.

Davi ha visitato l'area di via Padova, una zona che si estende nella periferia orientale di Milano, ottimamente servita dai mezzi pubblici, nonché dalla metropolitana che conduce verso il centro. Qui è sorta una delle comunità musulmane più numerose della città, con un potpourri di nazionalità molto variegato accomunate dalla religione. L'imam di via Padova è una personalità eminente per gli islamici di Milano e nel 2009 è stato addirittura insignito con l'Ambrogino d'Oro, principale riconoscimento assegnato dl Comune di Milano. La sua moschea, che è un centro culturale, è frequentata da migliaia di islamici ed è a loro che Davi si è rivolto con domande inerenti il conflitto in Medioriente e le loro posizioni sul tema.

"Gli israeliani non sono civili, sono tutti militari anche i piccoli, i loro bambini vanno a imparare a sparare a noi", ha dichiarato un uomo, quasi come se venisse in questo modo giustificata la violenza perpetrata sui più piccoli. "Il 7 ottobre un bambino è stato ucciso per sbaglio. Lei ha visto come sono tornati gli ostaggi israeliani da Hamas? Quando son tornati in Israele erano felici, sorridenti, tranquilli, dicevano che Gaza li ha trattati bene; i nostri ostaggi palestinesi che stanno in Israele come tornano? Tornano traumatizzati con evidenti segni di tortura", ha aggiunto un ragazzo palestinese ai microfoni di Davi. "Israele non ha alcun diritto di esistere. Quello è Stato di Palestina, Israele deve sparire dalla faccia dalla Terra", posizioni che non stupiscono sicuramente chi segue il movimento pro-Palestina che ha preso vigore dopo il 7 ottobre. Anche se non sono mancate posizioni più moderate da parte di chi ha criticato l'assalto di Hamas.

Con la rassicurazione dell'anonimato garantita da Davi, che ha blurrato tutti i volti degli intervistati, i sostenitori della Palestina hanno potuto liberamente esprimere la propria posizione che prevede l'annientamento di Israele, che è la versione sincera dello slogan "dal fiume al mare" che viene scandito dagli studenti in piazza. "Non chiediamo scusa per niente, loro devono chiedere scusa per i milioni di palestinesi che hanno ucciso, da 75 anni ci stanno massacrando.

Il 7 ottobre è solo l'ultimo evento che è uscito e ce ne saranno altri. Non c'è futuro per Israele, esiste solo un futuro per lo Stato palestinese", dicono ancora. Una minaccia, più che una previsione.

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