L'inviato speciale di Trump, Paolo Zampolli: "Donald tiene molto all'Italia. Lui e la Meloni sono veloci"

L'inviato speciale di Trump, Paolo Zampolli: "Per il presidente il vostro Paese è importante, mi ha scelto per rafforzare le nostre relazioni

L'inviato speciale di Trump, Paolo Zampolli: "Donald tiene molto all'Italia. Lui e la Meloni sono veloci"

Paolo Zampolli tra qualche giorno compirà 55 anni. È un imprenditore milanese, ma da decenni vive negli Stati Uniti tanto che ormai la sua pronuncia è fortemente segnata dall'accento americano. Conosce Trump da almeno 30 anni. Cioè da quando sbarcò oltreoceano. Sono amici. È stato lui, Paolo, come confermato dalle biografie ufficiali a presentare a Trump Melania, la first lady. Ora Zampolli è diventato l'inviato speciale di Donald Trump in Italia. Un incarico importante di cui è molto orgoglioso.

Paolo, in che cosa consiste il suo incarico? Lei è una sorta di ambasciatore?

«No. L'ambasciatore ha compiti istituzionali. Io sono una cosa diversa. Sono Special envoy, anche se ho il rango di ambasciatore».

È stato nominato direttamente da Trump?

«Sì. Mi ha nominato due giorni fa e mi ha spiegato che il mio compito è esattamente quello dello Special envoy degli Stati uniti d'America».

E quindi cosa dovrà fare?

«Devo obbedire agli ordini del presidente. Devo fare quello che dice il presidente. Trump ha nominato solo cinque inviati speciali in varie parti del mondo».

Lei conosce bene Trump?

«Sono amico di Donald da trent'anni. Sono sempre stato leale come lui lo è stato con me».

C'è un rapporto di assoluta fiducia reciproca?

«Sì, certamente. Io so che devo rappresentare direttamente il presidente. Essere il portatore delle sue decisioni e dei suoi desideri».

Ma lei è già operativo?

«Io penso di essere operativo per il presidente da almeno nove anni».

È contento di questo incarico?

«Per me è un grande onore avere come migliore amico il presidente degli Stati Uniti. Non c'è nessun possibile migliore amico. È il sogno di tutte le persone al mondo, credo, avere una relazione stretta col presidente degli Stati Uniti, cioè col capo del pianeta».

Il suo rapporto di amicizia con Donald Trump è molto forte?

«Le dico una cosa: in politica tutti sono tuoi amici quando cercano il tuo voto, o il tuo appoggio. Poi quando vincono si dimenticano di te. Con Trump non è stato così. Siamo rimasti sempre molto legati».

Lei avrà un rapporto diretto con il governo italiano e con Giorgia Meloni?

«Sì. Il mandato che ho è di irrobustire le relazioni con l'Italia. Trump vuole

migliorare le relazioni con l'Italia. Il presidente pensa che l'Italia sia un Paese molto importante».

Avrà contati diretti con la presidente del Consiglio?

«Sicuramente sì. Trump e Giorgia Meloni hanno una caratteristica comune: sono veloci e pragmatici, quello che dicono fanno».

Perché Trump tiene così tanto all'Italia?

«Stiamo parlando di un paese unico. E anche Giorgia Meloni è unica. Per esempio è l'unica Premier che ha incontrato il presidente Trump già tre volte».

Giorgia Meloni è molto amica di Elon Musk

«Sì lo so. Tra loro c'è una amicizia solida. Io non sono Elon Musk. Sono una persona diversa, ho un ruolo diverso e soprattutto sono Il mio Paolo per il presidente Trump».

Quindi ci saranno diverse persone a curare l'asse tra Italia e Stati Uniti.

«Sì. È evidente. Le relazioni tra i nostri Paesi sono così importanti che richiedono diversi partecipanti: Trump è molto impegnato, ha tantissime cose da fare. Non può sempre occuparsi personalmente di tutte le questioni. Poi c'è Musk, poi c'è l'ambasciatore. Poi ci sono io che devo fare quello che Trump decide per il bene dell'America e dell'Italia».

L'Italia avrà un ruolo privilegiato nel rapporto con gli Stati Uniti? Dico privilegiato rispetto agli altri Paesi europei?

«Finora sì. Spero che continui».

Ha in programma un viaggio in Italia a breve termine?

«Sì».

Quando verrà in Italia?

«Domani».

Per incontri istituzionali?

«Queste sono cose che non si discutono sui giornali. Vedremo. Comunque io ho anche una famiglia in Italia».

Verrà a dire cose a nome del presidente?

«Io conosco bene il presidente e so cosa gli piace».

Cosa gli piace?

«Business business business».

Trump è più un politico o più un uomo d'affari?

«È diventato un politico. Ma anche la politica è business. Per esempio il presidente si chiede: perché Zelensky non ha mai parlato con Putin? Bisogna parlarsi. Trattare. Specie se c'è una guerra in corso. Bisogna sedersi a un tavolo e discutere e trovare soluzioni. In fretta».

Questo è lo stile di Trump?

«Sì. Uno stile unico. Ha anche scritto un libro: l'arte del deal».

Lei pensa che Trump riuscirà a porre fine al conflitto in Ucraina?

«Assolutamente sì! La pace porterà la sua firma. E poi si impegnerà nel processo di ricostruzione».

Dove è la forza di Trump? Come mai arriva dove altri non arrivano?

«Lui è la persona più importante del mondo. Giusto? È stato eletto due volte presidente degli Stati Uniti. Stavolta ha vinto quattro volte: tra i grandi elettori, nel voto popolare e poi alla Camera e al Senato. Le pare poco? È lì la sua forza. Non gliela toglie nessuno».

Ora farà le cose per le quali è stato eletto?

«Le sta già facendo. Vede, in questi giorni incontro molte persone che mi dicono: Congratulazioni. Io rispondo: non a me le congratulazioni. Al mondo. È il mondo che ha avuto la fortuna di avere Trump. Questa persona ti ferma le guerre, ti riporta a casa gli ostaggi, e tantissime altre cose».

In passato non era così?

«Ora dimentichiamoci il passato. Però è chiaro a tutti che il passato non ha funzionato».

Trump cambia tutto?

«Questa è la sua forza. È l'unica persona al mondo che può fare queste cose».

E lei?

«Io non sono il presidente. Io obbedisco al presidente».

Perché Trump ha scelto lei per coprire questo ruolo di collante tra l'Italia e l'America?

«Non so. L'altro giorno il presidente, davanti a dieci persone all'improvviso mi ha indicato e mi ha ordinato di fare l'inviato speciale».

Cosa le ha detto:

«Ha detto: Paolo, tu sei il mio inviato in Italia. Otto parole. Lui è sempre molto impegnato e veloce. Dice poche parole e chiude il problema».

Ma lei poteva dirgli di no

«Non direi mai di no al presidente degli Stati Uniti».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica