Le foto di chi rimuove Hamas

La fotografia dei quattro dell'Ave Maria (Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli) sulla mozione per Gaza evoca più l'immagine della sconfitta che non della vittoria

Le foto di chi rimuove Hamas
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Delle tante corbellerie che l'opposizione in Italia ha detto sulla visita di Giorgia Meloni a Washington quella che lascia più perplessi è la vulgata del bacio della pantofola a Trump. Nessuno può sapere - dato il carattere umorale del personaggio - cosa accadrà oggi alla Casa Bianca, di certo però al di là dei risultati non è stato un errore volare sulla sponda opposta dell'Atlantico. Anzi, è stata una mossa coerente con quella che è sempre stata la politica estera italiana, sempre protesa al confronto quando è possibile (Andreotti docet). Per cui un Paese come il nostro che ha dialogato con Saddam, con gli Ayatollah, con l'Unione Sovietica durante gli anni della guerra fredda non può certo aver alcun imbarazzo ad aprire un negoziato in tutte le sedi possibili con un alleato storico come gli Stati Uniti. È stata, quindi, una mossa sensata per non dire obbligata quella della Meloni sia per salvaguardare gli interessi italiani, sia per difendere quelli europei che mai come in questa occasione - solo i confusi e gli ignoranti di regole comunitarie possono pensare il contrario - sono la stessa cosa. Non per nulla la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, non ha espresso nessuna riserva sul viaggio come non ne aveva avanzate nelle settimane precedenti sulle visite compiute da altri capi di governo europei alla Casa Bianca.

Ecco perché la diffidenza, il sospetto e l'ironia dell'opposizione sono fuori luogo. Mai come in un momento così delicato sul piano economico, per non parlare della vicenda ucraina, il paese dovrebbe apparire unito. Invece, a quanto pare, la politica estera è diventata l'argomento di maggiore polemica tra e dentro gli schieramenti. Solo che se la maggioranza in un modo o nell'altro riesce a trovare un senso di marcia comune magari non usando l'espressione armi in un documento parlamentare che parla di armi (a proposito bisognerà vedere cosa dirà Matteo Salvini quando Trump ci chiederà per soprassedere sui dazi maggiori investimenti in armamenti americani), l'opposizione tradisce un processo di radicalizzazione in cui sono le forze estreme ad avere la meglio, ad egemonizzare il dibattito.

Francamente la fotografia dei quattro dell'Ave Maria (Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli) sulla mozione per Gaza evoca più l'immagine della sconfitta che non della vittoria. Intanto perché la vicenda palestinese è più complicata, c'è un pezzo di quel popolo che si ribella ad Hamas e ieri alla conferenza del dissidente anti-Hamas, Hamza Howidy, non c'era un esponente della segreteria del pd ma solo l'area riformista da Delrio a Sensi, da Fassino alla Quartapelle, alla Madia. Una contestazione neppure tanto velata contro la posizione dello schieramento dei quattro della Kefiah del tutto acritica verso la politica di Hamas.

Ma poi perché, appunto, quella foto offre l'idea di uno spostamento dell'asse del partito verso le tesi più estreme. Spostamento che riscontri nell'adesione al referendum contro il Job act, una legge voluta all'epoca di Renzi da tre quarti degli attuali parlamentari del Pd. O, ancora, al rapporto di subordinazione verso la Cgil che sembra ispirare negli ultimi mesi la Schlein. Oppure dall'impossibilità di trovare una posizione comune sul riarmo europeo per il pacifismo ideologico di grillini, della sinistra radicale e di un pezzo del Pd.

Insomma, la sinistra italiana oggi sembra avere imboccato il percorso degli sconfitti della sinistra mondiale, da Sanders a Corbyn, non la strada die vincenti come Sanchez o Starmer.

Una scelta determinata da una dottrina tutta da dimostrare che esce dalla bocca del vertice attuale del Pd per cui in questa fase di crisi economico-sociale sono le posizioni estreme - vedi i grillini e poi la Meloni - a determinare le vittorie elettorali. Un richiamo della foresta rivolto al passato che però manca di un corollario: sempre che vinca (ma ne dubito) poi questa sinistra deve pure governare.

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