I centri sociali scendono ancora una volta in campo per Ilaria Salis. Nel corso della mattinata di oggi, venerdì 9 febbraio, alcuni rappresentanti del Centro sociale Rivolta hanno infatti deciso di occupare il consolato onorario ungherese a Venezia per inviare un messaggio chiaro alle autorità e chiedere l'immediata liberazione dell'attivista 39enne reclusa nel carcere a Budapest (Ungheria) da ormai 11 mesi.
"Ilaria libera subito"
Questa mattina 30 attivisti del Centro sociale Rivolta hanno fatto irruzione all'interno dell'edificio, in piazzale Roma, a Venezia, che ospita il consolato ungherese. Una volta entrati, i membri del centro sociale hanno mostrato un grosso striscione recante la scritta: "Ilaria Salis libera subito". La richiesta, dunque, è quella di far uscire la 39enne dal cercare al più presto possibile. "Siamo qui perché vogliamo la sua libertà, perché questo processo è una farsa che vuole solo punire l'antifascismo", hanno dichiarato i rappresentanti di Cs Rivolta,"in uno Stato in cui vengono non solo tollerate, ma promosse le ronde anti-migranti ai confini. È una politica antidemocratica".
I ragazzi del Centro sociale Rivolta hanno occupato alcune sale della sede diplomatica per circa 2 ore, per poi proseguire con la loro manifestazione all'esterno dell'edificio. La scelta del collettivo di occupare il consolato ungherese a Venezia arriva proprio nel giorno in cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio è in visita a Padova.
Le parole di Nordio
In una recente intervista concessa al Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato che l'Italia ha fatto e sta facendo tutto il possibile per Ilaria Salis. "Abbiamo oltre duemila cittadini in carceri straniere e per ciascuno ci attiviamo, nei limiti di norma", ha spiegato il guardasigilli. Per quanto concerne, nello specifico, il caso Salis, i genitori della 39enne "non sono mai stati lasciati soli".
"Il padre l'ho incontrato due volte, e ci siamo mossi con doverosa sollecitudine, appena ci è stato prospettato il problema. Ma il nostro intervento ha un limite invalicabile: la sovranità della giurisdizione straniera", ha precisato Nordio. Irricevibile la richiesta degli arresti domiciliari presentata dal padre di Ilaria Salis, in quanto "l'idea che un ministro italiano possa suggerire a un giudice, italiano o straniero, come comportarsi, sarebbe vista, giustamente, come un sacrilegio".
A quanto pare, tuttavia, ciò non è abbastanza per gli attivisti che si stanno muovendo per Ilaria Salis.
Lo stesso Roberto Salis, padre della 39enne, si è detto furibondo dopo gli incontri col ministro della Giustizia Nordio e il ministro degli Esteri Tajani. "Ci hanno lasciati completamente soli", ha sbottato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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