L'orgoglio di una donna davanti ai sauditi

Giorgia Meloni, nel suo viaggio diplomatico, si è sempre mostrata a capo scoperto

L'orgoglio di una donna davanti ai sauditi
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Il presidente Meloni è stata in visita a Riad per stringere partenariati strategici e sviluppare relazioni fondamentali, non solo per i reciproci interessi ma anche per aggiungere un tassello diplomatico in più in un contesto geopolitico precario in cui l'Arabia Saudita gioca un ruolo chiave. Ma per chi, come me, ha vissuto con un padre musulmano, trascorrendo da bambina almeno un mese l'anno in Egitto, questa visita ha avuto un sapore molto diverso.

Nei Paesi islamici le figlie si danno in sposa, non si stringe la mano ad un uomo, il capo deve essere coperto. Fortunatamente non per me e le mie sorelle, cresciute nel nome della libertà.

Ecco, conoscendo i Paesi islamici, posso affermare che Giorgia Meloni, con il viaggio in Arabia Saudita, ha mandato un enorme messaggio politico. Un messaggio di affermazione culturale, valoriale e di emancipazione femminile.

Solo chi non ha dimestichezza con il mondo islamico non ha colto l'impatto iconico di un premier donna che visita un Paese islamico a capo scoperto e indossando i pantaloni, di una premier alla quale il principe Bin Salman, trattandola da pari, ha stretto la mano davanti alle telecamere di tutto il mondo. E tutto questo non è successo a Roma, ma a Riad, cosa che attribuisce a queste immagini un effetto ancor più dirompente.

Chi non ne comprende la rilevanza fa un torto ai valori che conformano il mondo occidentale. Fa un torto a quelle donne che non hanno ancora gli strumenti per difendere da sole le proprie libertà e la propria stessa integrità.

Giorgia Meloni, in Arabia Saudita è andata a testa alta, con la fermezza di un leader che ha portato con sé non solo e non tanto opportunità di sviluppo reciproche, ma anche l'immagine plastica di un Occidente che non si annichilisce e non importa modelli che non gli sono propri. Sono stata fieramente orgogliosa di questo atteggiamento, mi ha riportato alla mente mio padre che, da musulmano, mi ricordava sempre che mai e per nessun motivo avrei dovuto barattare la mia libertà, sfidando con la sua tagliente ironia le occhiatacce di chi lo considerava un eretico.

Le immagini del Presidente del Consiglio che stringe la mano a Bin Salman rappresentano un punto di svolta storico nel modo di approcciarci ai nostri interlocutori: cooperazione sì, subordinazione mai. Dinanzi a tutto questo restano dunque sullo sfondo opaco dell'irrilevanza le critiche di una sinistra sempre rabbiosa, che ha tentato goffamente di denunciare la presunta incoerenza tra quanto Giorgia Meloni ha sempre detto rispetto ai regimi autocratici islamici e quello che fa oggi, da Presidente del Consiglio. Sempre da Riad, nel suo punto stampa, Giorgia Meloni ha dato un'altra lezione di coraggio, dicendo a viso aperto che fare accordi strategici non ci farà abbassare la guardia nei confronti di chi finanzia il proselitismo islamico. Non stupisce la critica fuori fuoco delle opposizioni, considerato che le sinistre ci hanno abituato diversamente. Ci siamo imbattuti negli anni in campagne europee per il velo islamico, abbiamo visto viaggiare in Medio Oriente la Boldrini e la Mogherini con il capo coperto, fino a giungere allo stoltissimo autolesionismo di Renzi che, in occasione della visita del presidente iraniano Rouhani, coprì le nudità della Venere Capitolina. Gettando così nel fango secoli di storia, arte, cultura e bellezza, per fare da scendiletto a un potente del mondo.

Questo è fortunatamente il passato, e oggi a Giorgia Meloni dobbiamo dire grazie, perché ancora una volta, ha ricordato al mondo intero cos'è l'Italia.

*Deputato di Fratelli d'Italia

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