
È un elogio alla riservatezza, quello di Alfredo Mantovano (foto). Parla di Alberto Trentini, il cooperante imprigionato in Venezuela e dell’impegno dei servizi per riportarlo in patria. «Il silenzio - dice il sottosegretario alla presidenza, con delega ai Servizi non è tutto uguale, c’è quello dell’omertà e quello dell’intelligence, per ottenere risultati. Spesso ci vengono fatte delle accuse e non possiamo replicare senza rivelare informazioni riservate». Alla presentazione della relazione annuale dell’Intelligence al Parlamento Mantovano racconta che poco prima della liberazione di Cecilia Sala saliva «un clamore mediatico che non aiutava». Ora, si può essere vicini ad una svolta per Trentini, andato in Venezuela con la Ong Humanity & Inclusion. «La situazione - dice- è complessa, il caso di difficile soluzione ma siamo impegnati a restituirlo ai familiari. È detenuto da novembre per ragioni ancora non chiare. Abbiamo attivato tutti i canali diplomatici e di intelligence. Dire qualcosa di più ne comprometterebbe il ritorno, ma stiamo facendo ogni sforzo». L’incontro a Palazzo Dante si apre con un omaggio a Nicola Calipari, a 20 anni dalla morte e il presidente del Dis Vittorio Rizzi legge il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: un «eroe» ucciso per salvare la giornalista Giuliana Sgrena sequestrata in Iraq e ancora mancano «esaurienti spiegazioni sulla sua morte». Un minuto di silenzio, poi Mantovano spiega che «quel sacrificio ha segnato un punto di svolta nella percezione diffusa sulla professionalità e la qualità morale della nostra intelligence». «Viviamo un tempo - dice Rizzi- in cui i cambiamenti subiscono una tale accelerazione che il quadro disegnato oggi sembra già per i libri di storia. Abbiamo assistito a 49 minuti alla Casa Bianca che hanno complicato ulteriormente lo scenario mondiale. E qualsiasi soluzione comporterà una rimodulazione della sicurezza in Europa». Oltre alla difesa comune in Ue serve un maggiore coordinamento tra gli 007 e da noi una riforma dei servizi.
Rizzi è arrivato un mese e mezzo fa alla guida del Dis e la relazione sul 2024 l’ha preparata Elisabetta Belloni, dimessasi prima della scadenza del mandato e ora al lavoro a Bruxelles.
Mantovano la ringrazia «non formalmente».
Il 2024 è stato l’anno con più conflitti, 56, dalla fine della seconda guerra mondiale. «Sulla guerra tra Russia e Ucraina- dice Rizzi-, è difficilissimo fare previsioni, ma serve un comune denominatore per perseguire la pace e preservare gli equilibri della comunità atlantica». Sull’esposto a Perugia, che ha messo nel mirino il procuratore di Roma Francesco Lo Voi, sottolinea che non c’è nulla di personale, ma solo il dovere di denunciare una fuga di notizie segrete.
«Il controllo parlamentare sui servizi è garanzia per il sistema sicurezza del Paese», dice il presidente del Copasir, il dem Lorenzo Guerini. C’è il terrorismo jihadista, alimentato dal conflitto Israele-Hamas, con gli attentati raddoppiati e ci sono le «guerre ibride sempre più offensive».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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