Non chiamateli tifosi

Violenze e risse, da Amsterdam a Torino: curve criminali sta diventando il denominatore comune

Non chiamateli tifosi
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Il nostro meraviglioso pubblico. Il calcio senza tifosi non è calcio. Poi spuntano fotografie dello scempio realizzato dagli ultras del Torino, ospiti nello stadio della Juventus: seggiolini divelti e lanciati in campo, muri insudiciati, bagni devastati, fili elettrici strappati, un vandalismo prevedibile, la sera di vigilia del derby le fazioni di delinquenti si erano affrontate nelle strade della città, non si esclude che gli stessi teppisti si siano poi presentati allo stadio.

Curve criminali sta diventando il denominatore comune, Inter e Milan sono esempi illuminanti ma la giustizia latita, si allestiscono conferenze stampa, vengono indicate misure di prevenzione, si cerca immediato alibi per i club che invece sono conniventi, complici omertosi, Amsterdam è stato un vergognoso teatro di guerra per motivi religiosi, il calcio non riesce a bonificarsi, vive sotto schiaffo, ricattato dalla teppaglia, le indagini dei magistrati milanesi, su omicidi e connivenze dei curvaioli e delle società, sono finite sotto sabbia, gli incidenti di Torino fanno parte di un sistema e modo di vivere ipocrita: i calciatori granata, come gli altri colleghi loro, a fine partita, dopo la sconfitta, sono costretti a presentarsi dinanzi ai ricattatori chiedendo anche scusa. Miseramente, si replica.

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