Ora l'Italia può diventare protagonista

Forte di una stabilità politica insolita, il governo italiano sta guadagnando una posizione di rilievo

Ora l'Italia può diventare protagonista
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L'immagine che meglio rappresenta lo stato attuale dell'Unione Europea è quella dei futuri commissari sotto esame, bloccati per settimane da un braccio di ferro politico fatto di veti incrociati che hanno ostacolato la formazione della nuova Commissione. Uno stallo che si è risolto con un record negativo per la storia dell'Unione europea: la percentuale di consensi per la compagine esecutiva di Von der Leyen è la più bassa di sempre, e questo riflette una crisi di governance che rischia di paralizzare l'azione dell'UE in un momento in cui il mondo avrebbe invece particolarmente bisogno di una sua guida autorevole.

Le difficoltà nell'istituzione della nuova Commissione vanno oltre il semplice ritardo procedurale: impegnata in schermaglie interne anziché proiettata verso soluzioni comuni e innovative, l'Unione europea appare attualmente ripiegata su sé stessa, lenta nell'affrontare le sfide come la guerra in Ucraina, la competizione con la Cina e i BRICS, e l'emergenza climatica.

Questo clima di debolezza è stato evidente alla COP29 di Baku, dove l'assenza dei principali leader europei, distratti dalle proprie beghe nazionali, ha sottolineato l'incapacità dell'Unione di giocare un ruolo centrale sulla scena internazionale. In controtendenza, l'Italia ha partecipato da protagonista, proponendo un approccio realista sulla decarbonizzazione e promuovendo il dibattito sulle rinnovabili e sul nucleare di nuova generazione.

Nel resto del continente il panorama politico sembra frammentato. La Germania, un tempo motore dell'Unione, non riesce a uscire dalla crisi industriale, che si ripercuote sulla politica: parlando al telefono con Antony Blinken, il cancelliere Scholz ha assicurato che Berlino continuerà a sostenere l'Ucraina, ma ha anche ribadito l'urgenza di concentrarsi sull'economia interna, un tema dominante con le elezioni alle porte. La nuova leader conservatrice Kemi Badenoch sta dando filo da torcere al premier britannico Starmer, ribaltando gli equilibri di una politica ancora segnata dalla Brexit; il premier spagnolo, intanto, è in ginocchio dopo il disastro di Valencia.

In questo contesto l'Italia emerge come una positiva eccezione: forte di una stabilità politica insolita, il governo italiano sta guadagnando una posizione di rilievo. La visita del Presidente Mattarella a Pechino, iniziata simbolicamente da un'università, è un segnale forte: la credibilità e la fiducia tra le nazioni nascono dalla conoscenza e dalla disponibilità al dialogo, e l'Italia sembra determinata a coltivarle.

Non va dimenticato che fino a pochi anni fa i leader di Germania e Francia ironizzavano su un'Italia percepita come instabile, incapace di incidere sulle dinamiche europee. Oggi, però, il nostro Paese può presentarsi come un interlocutore affidabile, pronto a parlare a nome dell'Europa. In particolare, l'Italia ha un'opportunità unica di proporsi agli Stati Uniti come una forza moderata e pragmatica, alternativa a figure come Viktor Orban, l'altro interlocutore di Trump, che rappresenta un'Europa polarizzata e divisa.

Malgrado il grande scalpore suscitato dalle provocazioni di Elon Musk su X, come l'attacco ai giudici italiani, è evidente che i rapporti diplomatici si giochino in realtà su altri tavoli. È l'ì che l'Italia può sfruttare la sua posizione per rappresentare i propri interessi, ma anche quelli di un'Europa che deve riaffermare il suo peso globale.

Questo è il momento di agire.

La stabilità politica interna, unita a una visione coerente sui grandi temi internazionali, offre all'Italia una chance irripetibile di rilanciare e consolidare il proprio ruolo di leadership in Europa e nel mondo. È ora di trasformare questa finestra di opportunità in una stagione di protagonismo e autorevolezza.

*rettore Link University

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