Caro Roberto,
ho difficoltà a comprendere il motivo per il quale oggi ci si stupisce e ci si scandalizza per questo scherzetto fatto a Giorgia Meloni lo scorso settembre e per le dichiarazioni da lei compiute nel corso della conversazione telefonica, che è stata diffusa soltanto ora. Non è stato un errore del premier, ma di qualcuno dello staff che ha passato la chiamata senza eseguire i dovuti accertamenti, almeno suppongo che ci sia stato un minimo di superficialità. Aggiungo che si tratta peraltro di uno scivolone che non andrebbe enfatizzato più di tanto, considerato che questi due comici hanno già raggirato, oltre ai protocolli, altri capi di Stato e di governo, dimostrando un vero e proprio talento nell'accreditarsi all'interno delle istituzioni, sebbene soltanto via etere. Per quanto riguarda Giuseppe Conte, questi vive la frustrazione dell'essere decaduto. In meno di tre anni è caduto due volte dalla poltrona di primo ministro, sulla quale è miracoloso che sia stato posto, tirato fuori dal nulla. Quindi non mi meraviglia che egli si attacchi a fatti insignificanti per demolire la credibilità del presidente del Consiglio. Non mi scuote che Meloni abbia conversato con i comici credendo che fossero davvero chi sostenevano di essere, salvo quel dubbio che l'ha sfiorata, come ella stessa ha spiegato. Mi scuote di più un premier che trucca il curriculum inserendo esperienze formative all'esterno, ovvero negli USA, le quali non sussistono. Quindi Giuseppi faccia meno lo splendido e rifletta sui suoi di scivoloni e sulle sue magre figure.
Ancora meno mi colpiscono le affermazioni di Meloni durante la telefonata. Cosa avrebbe detto di così sbagliato? Ella ha dato ancora una volta prova di intelligenza ed equilibrio, elementi che a uno statista non dovrebbero mancare. Ha espresso, infatti, un sentimento reale e comune che investe tutti i popoli europei, ossia la stanchezza nei confronti di una guerra, che viene combattuta nel cuore dell'Europa e le cui ripercussioni economiche sono state gravissime, la quale ci ha sfiancati e che ai suoi albori molti di noi avevano creduto sarebbe stata una sorta di conflitto-lampo. Invece essa perdura e non vediamo un orizzonte.
Qualsiasi capo di Stato o di governo dovrebbe lavorare per la pace e per il rispetto del diritto internazionale, rispetto che è garanzia per il mantenimento di certi equilibri globali. Dunque, Meloni non ha inveito, né avrebbe potuto farlo, nei confronti della Russia, bensì, commentando la politica internazionale con due politici africani (per tali si sono spacciati i due russi), ella si è limitata a sottolineare tale esigenza di pace, di cercare e tentare una via d'uscita, pervenendo ad un accordo che soddisfi entrambe le parti.
Sarebbe stato meglio avere un primo ministro che getta benzina sul fuoco o che si dica favorevole alla guerra?Altro che bocciatura, Meloni andrebbe promossa perché ha superato anche questa prova a pieni voti, manifestando di eccellere in diplomazia. Le do un dieci e lode.
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