Così Giorgi manovrava il voto della sinistra in Europa

Le ultime carte del Qatargate tirate fuori dagli inquirenti in Belgio avrebbero certificato un ruolo di primo piano per il compagno di Eva Kaili

Così Giorgi manovrava il voto della sinistra in Europa

Dopo gli arresti operati la settimana scorsa, gli inquirenti belgi stanno monitorando la grande mole di documenti emersi da computer, cellulari e tablet sequestrati durante le perquisizioni svolte dai poliziotti.

E in questa maniera stanno ricostruendo il quadro accusatorio contro i principali indiziati del cosiddetto Qatargate. Così come sottolineato da Repubblica, uomo chiave della vicenda sarebbe Francesco Giorgi. Il compagno cioè di Eva Kaili, ex vice presidente del parlamento europeo, e assistente dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri e dell'attuale eurodeputato Andrea Cozzolino. Quest'ultimo al momento è l'unico a non risultare indagato.

Le grandi manovre del Qatargate

In un primo momento, i magistrati belgi erano convinti che il ruolo di Francesco Giorgi fosse relativo alla gestione dei soldi. Denaro ovviamente, sempre secondo gli inquirenti, frutto della corruzione che avrebbe inondato i conti correnti della “cricca” vicina a Qatar e Marocco.

Le indagini stanno adesso accertando un ruolo ancora più importante per Giorgi anche a livello politico. Sarebbe stato lui infatti a dirigere e orientare comportamenti e voti del gruppo Democratici e Socialisti al parlamento europeo. Almeno quando al centro del dibattito politico c'erano temi riguardanti il Qatar.

A confermarlo è stato un europarlamentare del gruppo socialista a Repubblica. Secondo la sua dichiarazione, su alcuni temi a orientare la posizione era Andrea Cozzolino. A sua volta quindi, alle sua spalle ad agire era Francesco Giorgi, suo collaboratore. Il forte sospetto degli inquirenti è che le mazzette pagate dal Qatar servivano per l'appunto ad attivare Giorgi e sfruttare la sua influenza su Cozzolino e sul gruppo Democratici e Socialisti.

Ci sono alcuni casi specifici al vaglio degli inquirenti. C'è in primo luogo la votazione di inizio mese in commissione Libe per approvare l'esenzione dai visti per i cittadini del Qatar. A votare a favore è stata anche Eva Kaili, la quale però è intervenuta come sostituta non essendo membro della commissione. Il suo voto è stato in contrasto con buona parte di quelli del gruppo Democratici e Socialisti.

In altre occasioni, la stessa Kaili è più volte intervenuta come sostituta in commissioni in cui lei non risultava membro. C'è poi un altro caso importante al vaglio. Riguarda una mozione pro Qatar sollecitata da Antonio Panzeri. Mozione poi respinta dal gruppo politico, ma ripresentata in un secondo momento come emendamento dall'eurodeputato Pietro Bartolo. Il sospetto degli inquirenti, è che dietro questa mossa c'era per l'appunto Giorgi. Anche se, è bene specificare, Bartolo non risulta tra gli indagati. Ma era vicino al gruppo di Giorgi, come testimoniato, sempre secondo Repubblica, dal fatto che il figlio dell'eurodeputato ha collaborato per alcuni mesi con l'Ong Fight Impunity, l'organizzazione fondata a curata da Panzeri.

L'interesse di Giorgi per l'inchiesta Pegasus

Il contesto emerso quindi sta dando agli inquirenti materiale per ipotizzare un ruolo centrale di Giorgi nell'orientare il suo gruppo verso temi ritenuti di estremo interesse per Doha. Ma c'è un altro filone su cui gli inquirenti stanno indagando.

Riguarda l'inchiesta parlamentare su Pegasus, il programma sviluppato dalla società israeliana Nso usato, secondo alcune indagini giornalistiche, dal Marocco per spiare il presidente francese Emmanuel Macron e forse anche alcuni componenti della commissione europea. Dal materiale esaminato, lo stesso Giorgi si sarebbe avvicinato molto all'inchiesta aperta dall'europarlamento.

Avrebbe, in particolare, fatto pressione per far seguire direttamente al parlamentare Cozzolino la

stessa inchiesta. Come scritto da fonti belghe vicine alle indagini, i magistrati considerano la vicinanza di Giorgi al dossier Pegasus “un cortocircuito”. Considerando specialmente il coinvolgimento di Rabat sull'argomento.

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