
Meno di un anno fa è arrivato l’endorsement: Giorgia Meloni “concreta e capace”. Ora, forse dopo il no all’invio di truppe in Ucraina proposto da Keir Starmer, il Guardian ha cambiato idea sul premier italiano. "L'Italia è uno dei cinque ‘smantellatori’ che causano la ‘recessione democratica’ in Europa": questo il titolo firmato dal quotidiano britannico, un affondo platealmente strumentale considerando la debolezza delle tesi.
Il Guardian ha acceso i riflettori sul rapporto della Civil Liberties Union for Europe - compilato da 43 organizzazioni per i diritti umani in 21 stati membri dell'Ue, basterebbe questo - e ha inserito l’Italia nello stesso gruppetto di Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia. “Il governo italiano ha profondamente minato lo stato di diritto con modifiche al sistema giudiziario e ha mostrato ‘una forte intolleranza nei confronti delle critiche dei media’, in un esempio emblematico della crescente ‘repressione democratica’ dell’Europa” quanto si legge sul giornale UK.
L’Italia farebbe dunque parte del gruppo di “smantellatori” che “intenzionalmente” minano lo stato di diritto “in quasi tutti i suoi aspetti”. In Italia "il governo di Giorgia Meloni ha elaborato proposte per dare ‘poteri illimitati’ al ministero della Giustizia sui procuratori", elemento che avrebbe "aumentato il controllo politico sulla magistratura", recita ancora la filippica, senza entrare nel dettaglio e ovviamente senza "prove". Il testo chiama in causa anche un altro politico di destra come Viktor Orban. Il premier ungherese avrebbe infatti portato a Budapest una “significativa regressione” nello stato di diritto nel 2024 con l’avvio dell’ufficio per la protezione della sovranità. Bordate anche contro il primo ministro slovacco (“filorusso”) Robert Fico, il governo croato e Bucarest, dove le recenti elezioni hanno rivelato "come i social network potrebbero consentire a un ultranazionalista poco conosciuto di ottenere la vittoria".
Insomma, il bignamino in questione invoca “un’azione decisa” da parte dell’Unione europea, che rischia “un’ulteriore erosione democratica”. Non è mancata una sviolinata nei confronti di Francia e Germania, considerate “democrazie modello” (nonostante i problemi).
Applausi anche alla Polonia, tra i Paesi di punta della “coalizione dei volenterosi” lanciata dal premier britannico Starmer: "Il governo di Donald Tusk ha cercato di ripristinare l'indipendenza giudiziaria e il pluralismo dei media".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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