Il ricatto del Qatar dopo lo scandalo: "Niente gas se l'Ue ci penalizza"

Dal Paese arabo si respingono le accuse di corruzione e viene messo l'accento sul rischio di far mancare forniture di gas all'Europa

Il ricatto del Qatar dopo lo scandalo: "Niente gas se l'Ue ci penalizza"

L'europarlamento, dopo lo scandalo Qatargate, ha deciso di sbarrare le porte a tutti i lobbisti vicino a Doha. E, dal piccolo emirato affacciato sul Golfo, la risposta non si è fatta attendere. In particolare, la diplomazia qatariota stanziata a Bruxelles ha ricordato i rapporti tra l'Europa e il Paese arabo specialmente in ambito energetico. Tradotto, vuol dire che il Qatar sarebbe pronto a ridiscutere gli impegni presi sul gas se azioni ritenute offensive nei confronti di Doha dovessero ripetersi.

L'annuncio che sa di ultimatum

A prendere la parola dopo la scelta del parlamento europeo di cacciare via chiunque sia accusato di agire per conto del Qatar, è stato uno dei rappresentanti della missione di Doha a Bruxelles. In alcune dichiarazioni riprese dall'emittente araba Al Mayadeen, il diplomatico ha in primo luogo respinto le accuse mosse al Qatar.

Secondo gli inquirenti infatti, Doha e Rabat si sarebbero mosse per corrompere alcuni eurodeputati, tra cui Antonio Panzeri ed Eva Kaili, e foraggiare un gruppo di rappresentanti politici. Il tutto per orientare i dibattiti verso posizioni ritenute favorevoli ai due Paesi arabi in questione.

Respingiamo con fermezza le accuse di cattiva condotta rivolte contro il Qatar”, ha dichiarato il diplomatico. Il quale, tra le altre cose, si è detto “deluso” per gli attacchi contro Doha nonostante il suo non è l'unico governo coinvolto nell'inchiesta.

Al rappresentante della missione qatariota non è andata giù la scelta di chiudere le porte dell'europarlamento a chiunque sia considerato vicino al piccolo emirato del Golfo. “La decisione di imporre queste restrizioni discriminatorie – ha dichiarato – che limitano il dialogo e la cooperazione con il Qatar prima della fine delle indagini, influenzeranno negativamente la cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale, nonché i colloqui in corso sulla carenza di energia e sulla sicurezza globale”.

Il riferimento è alle forniture di gas garantite da Doha a un'Europa che, dopo la guerra in Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia, si è ritrovata quasi senza materie prime. L'avvertimento è quindi ben specifico: se fino ad oggi i contratti stipulati con il Qatar hanno garantito l'approvvigionamento necessario a mandare avanti l'economia del Vecchio Continente, da ora in poi altre iniziative ricollegabili al Qatargate potrebbero provocare nuove crisi energetiche.

Perché Doha ricatta sul gas

I qatarioti del resto sanno di avere proprio nel gas un'arma importante. Rinunciando al gas russo, l'Europa si è dovuta rivolgere a Doha. L'emirato da anni è considerato come “l'Arabia Saudita del gas”.

Ha infatti, specialmente nel mare antistante il proprio territorio nazionale, riserve molto grandi di gas e gli investimenti fatti nel settore sono imponenti: negli ultimi anni, sono stati inaugurati i lavori per quattro nuovi terminal di produzione ed entro un decennio altre due strutture del genere sono pronte a essere realizzate.

In questo modo, entro pochi anni la capacità di estrazione e produzione di gas naturale da parte del Qatar è destinata ad aumentare del 60%. Impossibile quindi fare a meno di Doha, specialmente in una fase di immediata transizione nel mercato europeo, caratterizzata dall'assenza di una fonte di approvvigionamento importante quale quella russa.

È anche vero però che il mercato del vecchio continente per il Qatar è altrettanto

fondamentale, essendo l'Europa uno dei principali acquirenti del proprio gas. Chiaro però come, ancora una volta, vicende politiche e giudiziarie si intrecceranno sul filo della necessità di acquistare o vendere materie prime.

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