"Rischio desertificazione": la direttiva Ue sulla qualità dell'aria spacca l'Europa

L'eurodeputato di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini contro la direttiva Ue sulla qualità dell'aria: "Secondo stime di Regione Lombardia, per rispettare i nuovi parametri dovrebbe chiudere il 75% delle attività economiche"

"Rischio desertificazione": la direttiva Ue sulla qualità dell'aria spacca l'Europa
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La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha adottato la relazione volta a migliorare la qualità dell'aria nell'Unione europea, al fine di creare un ambiente più pulito e più sano. La nuova direttiva persegue obiettivi nobili ma intende raggiungerli seguendo un modus operandi da rivedere.

La direttiva europea sulla qualità dell'aria

La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha adottato la relazione con 46 voti a favore, 41 contrari e 1 astenuto. L'intero pacchetto fissa valori limite e obiettivi più severi per il 2030 per diversi inquinanti tra cui il particolato (PM2,5, PM10), NO2 (biossido di azoto), SO2 (anidride solforosa) e O3 (ozono) per garantire che la qualità dell'aria nell'UE non sia dannosa per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità (CA 1, 1). Le prossime revisioni di questa direttiva garantiranno il pieno e continuo allineamento con le più recenti linee guida sulla qualità dell'aria dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Tra le proposte, è stata sottolineata la necessità di aumentare il numero di punti di campionamento della qualità dell'aria, soprattutto in alcune aree dove è probabile che si verifichino concentrazioni di particelle ultrafini o ammoniaca e nelle aree urbane. È stato inoltre chiesto di armonizzare gli indici di qualità dell'aria attualmente frammentati. Gli stessi indici, inoltre, devono essere chiari, pubblicamente disponibili e con aggiornamenti orari in modo che i cittadini possano proteggersi durante alti livelli di inquinamento atmosferico (e prima che vengano raggiunte le soglie di allerta).

Tutti gli Stati membri dell'Ue dovrebbero anche creare tabelle di marcia sulla qualità dell'aria che definiscano misure a breve e lungo termine per rispettare i nuovi valori limite. Sono questi, in sostanza, i contenuti della direttiva che hanno spaccato in due il Parlamento europeo tra gli Stati del Nord che spingono per forti misure restrittive contro le emissioni inquinanti pericolose per il clima e gli altri, come l'Italia, che chiedono applicazioni meno rigide e maggiormente coerenti con la realtà.

"Commissione fuori dalla realtà"

"L’applicazione pedissequa dei contenuti della nuova Air Quality Directive comporterebbe la desertificazione industriale". Parole durissime quelle usate dall'eurodeputato di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini a seguito del voto sulla proposta Air Quality Directive. In attesa di capire cosa accadrà, il Parlamento dovrebbe adottare il suo mandato durante la sessione plenaria del 10-13 luglio 2023. Nel frattempo c'è chi si è espresso sulla direttiva sulla qualità dell'aria. "Secondo stime di Regione Lombardia, per rispettare i nuovi parametri dovrebbe chiudere il 75% delle attività economiche. Come Ppe abbiamo votato contro il testo perché lo giudichiamo pericoloso e avulso dalla realtà", ha dichiarato Salini.

Per quanto riguarda l'Italia, Salini ha sottolineato che è la conformazione geografica del bacino padano a rendere insostenibili i nuovi target proposti a tavolino. "Si tratta di un problema morfologico, di conformazione del territorio, non di emissioni, dato che le nostre imprese sono le più sostenibili d’Europa, modello di innovazione verde riconosciuto in tutto il mondo", ha aggiunto.

Da qui l'invito all'esecutivo Ue "a non coprirsi di ridicolo" e "a rivedere sostanzialmente i nuovi target". "Servono pragmatismo e flessibilità, e la maturità politica di dare corpo al principio di sussidiarietà previsto dai trattati Ue, sedendosi al tavolo con le Regioni per individuare insieme una soluzione praticabile", ha affermato ancora Salini.

Un rischio da evitare

Salini ha ben evidenziato il rischio di una simile direttiva, che potrebbe bloccare il cuore della manifattura italiana e quella di altri Paesi. "Le Regioni del Nord sono tra gli enti che hanno attuato gli sforzi maggiori per migliorare la qualità dell’aria. L’obiettivo della Commissione deve essere quello di sostenere, non ostacolare questi tentativi virtuosi, senza insistere con obiettivi irrealistici che, per essere raggiunti, implicherebbero un sostanziale smantellamento del cuore pulsante della manifattura italiana ed europea", ha concluso.

Ricordiamo che

la revisione alla direttiva vigente, risalente al 2008, fisserebbe nuove norme provvisorie sulla qualità dell'aria in Ue per il 2030, con l'intenzione di allinearle alle indicazioni più recenti dell’Oms.

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