Tecno-Utopismo. Una tentazione senza bandiere

La questione va appunto ben oltre le vecchie categorie politiche, perché affronta l'umano, troppo umano, e la sua prossima ingegnerizzazione. Il Novecento forse è davvero terminato

Tecno-Utopismo. Una tentazione senza bandiere
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Potere, cultura e violenza continuano a muovere le meccaniche profonde del nostro tempo, aumentate ora, dalla forza propulsiva della tecnologia. Terminata la fase del nazional-populismo, l'Occidente si ritrova ad affrontare un paradigma politico nuovo che arriva direttamente dall'anglosfera: il tecno-utopismo (con le sue varianti progressiste, libertarie, autoritarie, apocalittiche e reazionarie). Questa dottrina filosofica misconosciuta nel Vecchio Continente affonda le sue radici nella teoria «accellerazionista» di Nick Land, scrittore e blogger britannico intelligentemente pubblicato e tradotto in Italia da Luiss University Press. In sintesi, l'idea di Land, contaminata dalla letteratura fantascientifica cyberpunk, è quella di «accellerare» i meccanismi del sistema capitalista, al fine di forzarne le contraddizioni, e portarlo, in definitiva, al collasso. Dai suoi scritti - ampliati con il tempo da tesi sempre più anti-democratiche - nasceranno correnti di pensiero diverse e antitetiche fra loro. Dal manifesto accelerazionista

di matrice ugualitaria scritto da Nick Srnicek e Alex Williams; al realismo capitalista di Mark Fischer; ai movimenti dell'alt-right riuniti nel movimento MAGA da Steve Bannon e lettori spasmodici del blogger Curtis Yarvin; agli anarco-liberisti come Hans-Hermann Hoppe e Patri Friedman, nipote dell'economista Milton; fino ai guru della Silicon Valley come Peter Thiel (fondatore di Paypal, ex socio di Elon Musk ed ex datore di lavoro dell'attuale vice-president J.D Vance), Mencius Moldbug, ingegnere informatico fondatore dei neo-reazionari americani (NRx), nonché uno dei principali teorici dell'ascesa di Donald Trump o ancora Marc Andreessen, re del venture capital e autore del volume «Techno-Optimist Manifesto», divenuto subito una bussola per gli accellerazionisti.

C'è appunto un universo di pubblicazioni, sparse negli scaffali delle librerie e nei meandri esoterici dell'infosfera, che meriterebbe anche in Italia uno studio approfondito nonché un dibattito necessario. Su questi temi alcune case editrici e blog (tra questi www.ilblast.it è il più informato di tutti) già si sono mossi

e nelle prossime settimane usciranno i primi libri sull'argomento, tra questi Guerino Nuccio Bovalino, Vincenzo Sofo e Andrea Venanzoni. I quali, nella lettura che vede l'unione tra valori reazionari, libertari o liberali con i guru nella nuova Silicon Valley, vanno correttamente ben oltre la definizione brutale di «tecno-destra».

Del resto non si parlò mai di «tecno-sinistra» quando i miliardari del tech come Chris Hugues, cofondatore di Facebook aiutò Barack Obama a costruire la sua immagine nel mondo dei social network o ancora quando Jeff Bezos (Amazon), Tim Cook (Apple) o Mark Zuckerberg (Meta) attaccavano ferocemente i candidati repubblicani. La questione va appunto ben oltre le vecchie categorie politiche, perché affronta l'umano, troppo umano, e la sua prossima ingegnerizzazione. Il Novecento forse è davvero terminato.

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