Le 48 ore più lunghe della presidenza di Trump. Cominciate con l'occhio fisso alla televisione per seguire gli sviluppi del Russiagate con l'arresto del suo ex capo della campagna elettorale Paul Manafort e proseguite con l'attentato che ha squassato la tranquillità del centro di Manhattan. «Quello di New York City sembra un altro attacco opera di una persona molto malata e folle. Le forze dell'ordine stanno seguendo il caso da vicino. Non negli Usa!». Così il presidente ha twittato il primo commento nella nottata italiana sull'attentato vicino al Wtc. L'apprensione era iniziata lunedì per gli sviluppi del Russiagate. L'inchiesta ha portato all'emissione di dodici capi d'accusa contro l'ex capo della sua campagna elettorale, Paul Manafort. E le indiscrezioni raccolte dai media statunitensi parlano di un tycoon più mattiniero del solito e postazione fissa non nello Studio Ovale ma nella residenza privata da dove ha seguito minuto per minuto la vicenda, incollato davanti ai notiziari.
I pochi eletti che lo hanno affiancato (pare abbia voluto tenere a distanza la maggior parte dello staff), hanno descritto un Trump furioso, animato da esasperazione e disgusto, e in costante contatto con i suoi avvocati.
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