In 90mila da una settimana al buio

Il vice presidente dell'Abruzzo: "Via subito il direttore dell'Enel"

In 90mila da una settimana al buio

È bufera, sull'Enel. Di polemiche, dopo la neve. Le abbondanti precipitazioni nel Centro Italia e i danni ai tralicci dell'energia elettrica hanno lasciato intere frazioni isolate, migliaia di abitazioni senza luce e senza riscaldamento. In Abruzzo, sono 90mila le utenze disallacciate in tutto, quasi 10mila nel Teramano, la provincia più colpita con Chieti. «Sono pentito di non aver chiesto le dimissioni del direttore generale Enel, Tamburi e dei vertici in occasione della visita di sabato scorso a Teramo. Devono andare via subito», così il vice presidente del consiglio regionale abruzzese, Paolo Gatti.

La tensione resta alta, perché quello delle utenze interrotte è un disagio che si accanisce sulle popolazioni che alla conta dei danni del terremoto aggiungono quelli di gelo e neve. E la difficoltà di raggiungere alcune zone ha aggravato la situazione. In queste ore si rincorrono su internet le foto condivise da un operaio dell'Enel, in risposta alle critiche rivolte agli addetti alla manutenzione degli impianti elettrici. Un'emergenza nell'emergenza, quella dell'energia elettrica. Il più lungo black out in Italia. Il sindaco di Chieti,vuole citare l'Enel: «per i danni patrimoniali e non, subiti dalla città, dai singoli cittadini e dall'intero sistema produttivo e commerciale». Gli fa eco il presidente della regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso che annuncia chiederà conto degli investimenti effettuati nel 2016: «in una regione duramente colpita in questi giorni da terremoti e maltempo, Enel ha il dovere di controllare». La risposta di Enel, secondo cui ci sarebbe stato un «salto di qualità nel coordinamento rispetto al blackout del 2015», era arrivata nei giorni scorsi per mezzo di Carlo Tamburi.

«C'è stato il coordinamento di tutti. Ma con alcuni sindaci ha funzionato, con altri meno», ha stroncato le polemiche il manager Italia di Enel, intervenendo poi a proposito dell'altro nodo della questione, sull'interramento dei tralicci: «I costi sarebbero alti, un miliardo per l'Abruzzo. Senza contare i limiti del territorio e le difficoltà di gestione dei guasti». Enel gestisce anche diverse dighe nel Centro Italia e ha precisato in una nota diramata che «non si rilevano condizioni di criticità».

Ma su questo punto, la polemica finisce nelle aule parlamentari: in Commissione Industria al Senato è stato chiesto l'avvio di un' istruttoria parlamentare per fare chiarezza sull'allarme della diga Campotosto e la «defaillance Abruzzo».

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