AAA bagnini cercansi La Riviera romagnola senza mille stagionali

Mancano anche barman, camerieri e cuochi Colpa dei voucher. E dei ragazzi all'estero

AAA bagnini cercansi La Riviera romagnola senza mille stagionali

Per quest'anno puoi cambiare: altra spiaggia altro mare. Se le cose non prenderanno una piega diversa, e pure in fretta, a Rimini e dintorni l'estate che arriva potrebbe portarsi via tanti miti (dei pochi sopravvissuti) e lasciare molte ferite aperte. Nella capitale per antonomasia della vacanza marittima all'italiana rischia di venir meno lui, un uomo una divinità: il bagnino. Custode di riti che sembravano intramontabili, adone della spiaggia (che fosse giovane o stagionato, corpulento o snello, bello o meno), stava lì praticamente da sempre. Da quando, sotto il Fascismo, i contadini della zona lasciavano i campi per dare un occhio ai bimbi delle colonie. E quando il tempo è passato, loro sono rimasti. A scrutare l'orizzonte dalle torrette con la maglia rossa, il fischietto d'ordinanza, il moscone pronto a prendere il largo per il più mirabolante dei salvataggi.

Tutto vero, tutto in pericolo. Perché in Romagna il bagnino, almeno quello che apre e chiude sdraio ed ombrelloni ed accoglie i clienti, non vuol farlo più nessuno. «Dal 2011, con la crisi economica», spiega Simone Battistoni, responsabile regionale del Sindacato italiano balneari, «si era tornati ad impiegare manovalanza italiana, che preferiva lavorare pochi mesi anzichè niente. Quest'anno, all'improvviso, gli stagionali non si sono più trovati». A far difetto anche baristi (quelli che ogni mattina da dietro il bancone servono caffè e cornetto), barman (i maghi dei cocktail) e persino i virtuosi del drink, i funambolici bartender. In totale, stimano gli operatori del settore, «si registrano 1.000 posti vacanti a Rimini e diverse centinaia in altre località di pregio, come Cattolica e Marina di Ravenna». A pesare pure le defezioni nelle strutture ricettive: circa 1.000 gli alberghi aderenti all'Associazione italiana albergatori di Rimini, con una posizione scoperta tra addetti alle pulizie, camerieri ai piani, aiuto cuoco.

Perché accade? «C'è stata la modifica dell'indennità di disoccupazione, che prima era di sei mesi, ora è di tre», ipotizza Battistoni. Dal Sindacato dei locali da ballo Gianni Indino punta il dito sull'abolizione dei voucher: «Ha danneggiato imprenditori e lavoratori». «Non sarà l'unica causa, ma contribuisce», fa eco Roberto Lucchi, direttore provinciale di Confesercenti Ravenna. Non ci sta però a passare per fonte di ogni male la Cgil, che l'abolizione dei buoni lavoro ha voluto: «Parliamo piuttosto di sfruttamento generalizzato, contratti inadeguati, impieghi sottopagati e ricorso al lavoro nero», ribattono dalla Camera del lavoro riminese. Ognuno con la sua opinione, insomma, a fronte di una verità certa: i lavoretti estivi i giovani li cercano non più in patria ma all'estero, per lo più in Germania ed Inghilterra, per guadagnare meglio ed imparare la lingua. «Al momento stiamo sopperendo con turni ampliati utilizzando i nostri familiari», dice ancora Battistoni, augurandosi «che i giovani possano riscoprire queste attività che per anni hanno rappresentato per loro una buona fonte di reddito ed un'opportunità per fare esperienza».

Storie da fiaba, finite anche al cinema col volto di Renato Salvatori, bagnino in gioventù e sul grande schermo con Poveri ma belli. Con l'allegria di Giorgio Panariello in Bagnomaria, la rudezza mite di Ennio Antonelli che dava del bischero a Jerry Calà in Sapore di mare. Altri tempi, di un'Italia - probabilmente di un mondo - che non c'è più.

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