Era stato classificato come pericoloso e per questo è stato abbattuto nella notte. L'uccisione di M91, così si chiama il terzo orso ucciso in Trentino in meno di un anno, ha sollevato la protesta degli animalisti contro il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha firmato l'ordine di abbattimento. Un rapporto sempre più difficile quello tra uomo e orso in Trentino, diventato anche un caso politico dopo l'attacco mortale al runner Andrea Papi del 5 aprile del 2023.
Nei mesi scorsi M91 era stato catturato con la trappola a tubo per applicargli il radiocollare e poterne monitorare gli spostamenti dopo che in primavera aveva seguito un uomo nei boschi. Dall'inizio del monitoraggio i comportamenti anomali dell'esemplare si sarebbero ripetuti: nel corso dall'estate e dell'autunno era entrato in almeno 16 occasioni in centri abitati o nelle immediate vicinanze di case. Il 27 aprile l'episodio che ha firmato al sua condanna a morte: l'animale ha avuto un incontro ravvicinato nei boschi di Molveno con un escursionista che è fuggito inseguito dall'orso, riuscendo a fatica ad allontanarlo dopo un bel po' lanciandogli sassi e agitando un ramo di abete. Un inseguimento prolungato che avrebbe dimostrato l'eccessiva confidenza di M91 con l'uomo, poi confermata nelle ripetute incursioni nelle aree residenziali. Comportamenti ritenuti pericolosi, per i quali il presidente Fugatti - dopo aver ricevuto il parere positivo dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) - ha firmato il decreto in base a quanto previsto dalla legge provinciale 9/2018 ai fini di «assicurare la tutela della sicurezza e dell'incolumità pubblica» e per scongiurare episodi più gravi di quelli già registrati. La guardia Forestale, incaricata di rintracciare l'animale, ha eseguito l'abbattimento la notte del primo dicembre nel territorio del comune di Sporminore. È il terzo orso ucciso in Trentino in pochi mesi: i primi di febbraio era toccato a M90, a fine luglio a KJ1, un esemplare femmina di orso bruno, ritenuta responsabile dell'episodio più grave, la morte del runner.
Per Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, l'uccisione di un plantigrado che non si era mai reso protagonista di azioni violente sarebbe «l'ennesima dimostrazione dell'ossessione dei politici trentini per gli orsi». «Per chi ama gli animali e passa la propria vita a difenderli e per la stragrande maggioranza degli italiani che è contraria alla loro uccisione - dice la Brambilla - tutto ciò è inaccettabile. Ancora una volta, come nei precedenti casi di M90 e KJ1, il presidente Maurizio Fugatti e la sua giunta hanno agito d'imperio, abbattendo M91 poche ore dopo l'emissione del decreto che lo condannava a morte per impedire alle associazioni animaliste di presentare ricorso. Si tratta di una prassi inaccettabile che deve finire una volta per tutte».
Massimo Vitturi, della Lega Antivivisezione, parla di «metodo antidemocratico» da parte di Fugatti: «La tutela della
sicurezza delle persone non si realizza con l'uccisione degli orsi, ma solo attraverso la scrupolosa applicazione delle indicazioni scientifiche, alle quali però Fugatti e i suoi sodali sembrano essere del tutto refrattari».
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