Accuse su Paragon: Casarini "spiato" ma non dal governo

Nordio alla Camera: "Intercettazioni solo su ok dei giudici". E le date confermano

Accuse su Paragon: Casarini "spiato" ma non dal governo
00:00 00:00

Accusano il governo di averli spiati e di voler mettere al sordina al caso del torturatore libico Al Masri. Ma, come fa capire anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, farebbero meglio a rivolgersi ai magistrati della Procura distrettuale di Palermo. E a controllare qualche data.

Parliamo dell'ex-tuta bianca Luca Casarini, oggi capo missione dell'Ong Mediterranea Saving Humans, e di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, i deputati di Avs che con Casarini agitano lo spettro di un'operazione di spionaggio ordinata dall'esecutivo. Operazione di cui considerano «responsabile in toto la premier Meloni». Ad agitare il terzetto contribuiscono le analisi dei telefoni di Casarini e di altri esponenti di «Mediterranea» intercettati grazie allo spyware Graphite dalla società israeliana Paragon.

Secondo le analisi condotte dal CitizenLab dell'Università di Toronto, i tentativi di penetrare le comunicazioni di Casarini risalgono al 9 febbraio dell'anno scorso. Lo spyware attivo sul telefono del capo missione sarebbe stato «acceso» invece nel novembre 2024. Ora confrontate queste date con quanto scritto dal Giornale il 14 febbraio scorso in un articolo in cui rivelavamo una comunicazione del «Dipartimento Pubblica Sicurezza» (leggi Polizia) del ministero dell'Interno diretta a Dis, Aisi e Aise, i tre comparti dell'intelligence italiana.

Il documento, datato 6 maggio 2024, cita nell'oggetto «Ong Mediterranea Saving Humans» e fa riferimento a presunte «Attività di agevolazione degli spostamenti di migranti clandestini sul territorio nazionale».

La comunicazione s'incentra su David Yambio, un rifugiato sudanese collaboratore di Mediterranea Ong, diventato famoso dopo la scarcerazione di Al Masri per le interviste alle Tv italiane in cui racconta di esser stato testimone delle torture inflitte ai migranti dal generale libico. Secondo la segnalazione partita dal Ministero dell'Interno nel maggio 2024 la Procura distrettuale di Palermo ha da poco «iscritto nel registro degli indagati» Yambio ed altri due sudanesi «indiziati del reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina». La stessa comunicazione cita alcuni numeri di cellulari, intestati a esponenti di Mediterranea Ong, ma in dotazione ai tre indagati definendoli «oggetto di attività tecnica». Un eufemismo per dire che i numeri sono controllati. Dunque una cosa è evidente. L'intercettazione di quei telefoni - attiva già dalla primavera del 2024 (come certificato anche dal Citizen Lab) non serviva a metter la sordina ad un caso Al Masri ancora inesistente, ma a far luce su altre attività - evidentemente sospette - di Yambio. E a voler vederci chiaro su quella attività non era, come sostengono Casarini e i deputati di Avs, il governo di Giorgia Meloni bensì la Procura Distrettuale di Palermo.

Tesi confermata implicitamente ieri dal ministero della Giustizia Carlo Nordio rispondendo alla Camera alle interrogazioni dei deputati. «Le intercettazioni si fanno solo su autorizzazione dell'autorità giudiziaria» - ha detto Nordio minacciando di querela i media che accusano il suo ministero di aver dato in dotazione alla Polizia Penitenziaria il «Graphite Paragon».

Sul caso Paragon è intervenuto anche il ministro Luca Ciriani spiegando che si tratta di informazioni riservate divulgabili «solo nelle sedi opportune». «Da parte del governo - ha aggiunto Ciriani - non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica