Si sono dimessi in tandem, nel tardo pomeriggio, dopo due giorni di convulse smentite e tardive ammissioni sul caso Pincher. Ieri il governo di Boris Johnson ha perso in un colpo solo due dei suoi ministri più importanti. Il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak e il ministro per la Salute Sajid Javid se ne sono andati un'ora dopo che il premier aveva dovuto ammettere che promuovere Chris Pincher - l'ex vice capogruppo accusato di molestie sessuali - «era stato un errore». «In tutta coscienza non posso continuare a restare più a lungo in questo governo», sono state le prime parole del ministro alla Salute mentre il Tesoriere ha sottolineato che un governo deve essere gestito «in modo opportuno, competente e serio». Parole come pietre da parte di due fedelissimi del primo ministro, che allo stesso tempo sono anche degni avversari in una corsa alla leadership ora non più così improbabile. Johnson ha scritto una lettera ai due ex ministri dicendosi molto dispiaciuto per le dimissioni: «Mi mancherà lavorare con voi». Poi ha nominato Steve Barclay, il capo gabinetto di Downing Street, nuovo ministro della Sanità, e Nadhim Zahawi nuovo cancelliere dello Scacchiere.
Dopo le sanzioni del Partygate, l'ennesimo scandalo sessuale sul quale il governo più controverso di sempre ha, come al solito, preso posizioni contrapposte - prima negando di essere stato a conoscenza dei fatti e poi ammettendo di aver saputo tutto, ma di aver fatto finta di nulla - ora BoJo rischia di venir travolto dal suo stesso operato. Ieri, il Premier ha smentito le illazioni secondo le quali avrebbe chiesto al suo ufficio stampa di mentire su Pincher. «Stiamo parlando - ha detto - di una serie di eventi e di promozioni che risalgono a molti anni fa. Pincher è arrivato al governo prima che io diventassi Primo Ministro, poi venne spostato al Foreign Office. Poi è andato al ministero per l'edilizia popolare ed è tornato al gruppo parlamentare. Si, ho ricevuto delle lamentele due anni fa e adesso vorrei aver preso dei provvedimenti». Giustificazioni improbabili di fronte alle quali Javid e Sunak hanno deciso di interrompere il sodalizio con Johnson. E mentre il leader laburista Keir Starmer fotografa la realtà dichiarando che «il governo sta collassando», i nemici interni di BoJo si preparano a chiedere la sua testa. Solo il mese scorso il Premier era sopravvissuto ad un voto di sfiducia e dopo una sconfitta bruciante dei Conservatori alle ultime supplettive si era detto pronto a guidare il partito verso le prossime politiche. Ora però appare chiaro che, con lui alla guida, l'elettorato potrebbe decidere di voltare le spalle ai Tories. Sebbene l'opposizione sia ancora debole, i sondaggi raccontano di un'opinione pubblica che ha perso fiducia nel governo. La crisi energetica, gli scioperi, il costo della vita sempre più alto e lo stallo della Brexit fotografano un Paese che è sfuggito di mano alla classe politica al comando.
«I Conservatori al loro meglio sono visti come decisi e ostinati, guidati da valori forti - ha scritto nella sua lettera di dimissioni Javid - forse non siamo sempre stati popolari, ma siamo sempre stati competenti nell'agire nell'interesse nazionale. Purtroppo ora, il pubblico sta concludendo che non siamo più né l'uno né l'altro».
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