Pensare che lui, slovacco, nemmeno sapeva tanto bene dove fosse l'Alto Adige. Invece poi ci ha passato la vita, percorrendolo in lungo e in largo per aiutare gli alpinisti in difficoltà e cercare quelli dispersi. Ora la sua terra lo ricorda con il rispetto verso chi ha lasciato regali eterni. Don Josef Hurton è morto all'età di 95 anni. È stato l'ideatore del soccorso alpino. Lui e i suoi cani da valanga, lui e le centinaia di turisti che non si stancava mai di accompagnare durante le escursioni (a una gita partecipò anche Angela Merkel).
L'Ortles e il Gran Zebrù sono state la sue amate montagne. Nel villaggio di Solda in Alto Adige per 63 anni è stato sempre in contatto con la gente, con fedeli, con gli alpinisti. Proprio a Solda, Sulden nella dizione tedesca, era arrivato per puro caso nel cuore dell'estate del 1960: era il 2 agosto. Don Hurton in quel periodo si trovava a Roma. L'anno prima il parroco di Solda, Gottfried Leitner era morto travolto da una valanga mentre stava rientrando a piedi in canonica dopo una lezione di catechismo nella frazione Solda di Sotto. L'allora vescovo Joseph Gargitter scrisse una lettera a don Hurton - che all'epoca portava la barba folta e lunga tipica dei Paesi dell'Est - informandolo che nessuno aveva presentato domanda per ricoprire l'incarico di parroco.
Il decesso così violento e crudele di don Leitner portò Hurton - per i primi quattro anni ricopriva l'incarico di sostituto parroco e poi parroco per 35 anni fino al 1999 - ad organizzare una stazione di soccorso alpino all'avanguardia invidiata in Europa con una scuola per cani da valanga
(oggi è inserita nel Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) e addestramento per i soccorsi in montagna in elicottero. Il resto è storia. E basta un numero per raccontarla: 200 corpi di alpinisti dispersi recuperati.
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