È morto nel giorno suo 84esimo compleanno Paolo Pillitteri (nella foto con Silvio Berlusconi), sindaco socialista della «Milano da bere» dal 1986 al 1992. Ha lottato per diciotto giorni all'ospedale San Raffaele. Ieri mattina è stato il figlio Stefano, anche lui con un passato da assessore nella giunta Moratti, a scrivere: «Ahimè devo annunciare a tutti quelli che gli volevano bene (e sono tanti) che mio padre ha scelto questo giorno per salutarci per sempre». Ha avuto «un'esistenza assai ricca, nel bene e nel male. Ed è ciò che più conta nel nostro passaggio terreno (anche se poteva essergli risparmiato un decennio di persecuzione giudiziaria) - sottolinea -. Resta e resterà nel cuore di tante persone. Ciao papà. E buona vera vita. Se vedum...». Ci vediamo, alla milanese.
Nato nel 1940 a Sesto Calende nel varesotto, figlio di un maresciallo dei carabinieri siciliano, Pillitteri oltre che sindaco è stato esponente di spicco del Partito socialista italiano, deputato nella IX e XI legislatura, assessore all'Urbanistica e alla Cultura prima di succedere a Carlo Tognoli come sindaco. Il «Pilli» è stato anche giornalista e critico cinematografico, ha collaborato con Avanti!, ha condiretto L'Opinione. Cognato di Bettino Craxi, aveva sposato la sorella Rosilde a 25 anni. Rimasto vedovo dopo 52 anni di unione, nel 2022 si era risposato con la giornalista Cinzia Gelati. A celebrare le nozze il sindaco Beppe Sala che ieri ha ricordato: «Era stato un momento di grande gioia. Gli concederemo gli onori pubblici a Palazzo Marino». Non potendo riservargli la Sala Alessi «per via della mostra di Natale», dopo aver visto il figlio Stefano ha deciso «che la camera ardente verrà aperta in Sala Urbanistica», lunedì dalle 9 alle 16. Il funerale si terrà martedì alle 11 nella chiesa di Santa Maria del Suffragio in corso XXII Marzo.
Dopo oltre un decennio da assessore (alla Cultura fece «impacchettare» i monumenti di Milano dall'artista Christo) diventò sindaco il 21 dicembre 1986 a capo di un'alleanza tra partito socialista e Dc. Nel 1987 a seguito di dissidi con il principale alleato varò una giunta rosso-verde con Pci e Federazione dei Verdi. Accolse con la fascia il futuro re Carlo d'Inghilterra, Michail Gorbaciov, il Dalai Lama, da cinefilo ricordava con affetto l'incontro con Charlie Chaplin. Nel 1992 lasciò la carica per contrasti interni alla maggioranza e fu rieletto deputato ma ai primi di maggio fu indagato e poi condannato a 2 anni e 6 mesi nell'inchiesta Mani Pulite.
Stefania Craxi, senatrice Fi, ricorda che allo zio «non fu risparmiata dai magistrati nemmeno l'ultima cattiveria», gli impedirono di volare a Tunisi per i funerali di Bettino. «Porterò un fiore sulla tomba di Filippo Turati, anche lui morto in esilio» protestò. Oltre a Stefano lascia la figlia Maria Vittoria.
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