Afghanistan, incubo rotta balcanica. Gli agenti: "Mancano i rinforzi"

La caduta di Kabul potrebbe ridare slancio alle migrazioni via terra. L'allarme dei sindacati: "Polizia lasciata sola"

Afghanistan, incubo rotta balcanica. Gli agenti: "Mancano i rinforzi"

Lo scorso 12 agosto ne hanno fermati una cinquantina, sempre in zona Trieste. Arrivavano dalla Slovenia, ma non era certo una novità. “Ne troviamo un centinaio a settimana”, dice malinconico un operatore di polizia. Alcuni sfuggono ai controlli, altri si presentano volontariamente per chiedere asilo. È la trita e ritrita storia della rotta balcanica, che da anni procede quasi indisturbata tra alti e bassi. Ecco, gli alti. Le notizie tragiche che arrivano dall’Afghanistan lasciano intendere che il confine orientale italiano debba prepararsi ad una nuova ondata di disperati in fuga dai talebani. E non è detto che le autorità siano davvero pronte a fronteggiare l'eventiale emergenza.

Il pericolo lo percepisce anche Luciana Lamorgese, di solito poco propensa a seminare allarmismi sul tema. Per il ministro dell’Interno ci sarà “un ulteriore flusso” sia per mare che lungo la rotta balcanica. Numeri che “potrebbero farci preoccupare”, anche per il “rischio terrorismo”. E non è difficile immaginarlo. L’Unhcr calcola 2,9 milioni di sfollati afghani già nel 2020, cui vanno aggiunti i 550mila di quest'anno. Per l’Oim “5 milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari”. Certo, i “ponti aerei” promessi dall’Occidente aiuteranno i “collaborazionisti”, forse salveranno delle vite. Ma è presumibile che molti afghani cercheranno di abbandonare il Paese, magari per raggiungere un giorno l'Eldorado europeo. "Non ci sono ancora dati precisi sul numero di afghani fuggiti dal Paese", scrive l'Unhcr, ma "fonti indicano che decine di migliaia" di persone abbiano "attraversato i confini internazionali nelle ultime settimane". Il resto verrà da sé. Anche chi era fuggito tempo fa, ed oggi riempie i campi profughi in Iran, Pakistan e Turchia, è probabile abbandoni l’idea di un ritorno. Preferendo il viaggio verso l’Ue.

La strada più “semplice” è quella che dalla Turchia porta in Grecia, per poi attraversare i Balcani in direzione Italia, Austria o Germania. Un mese fa le autorità turche hanno fermato 1.500 clandestini al confine con l'Iran, molti dei quali provienienti dalla "tomba degli imperi". Le Ong stimano che sul territorio di Ankara ci siano già 400mila afghani. Così come è altissima (49%) la loro percentuale negli hotspot delle isole greche. Prima domanda: il Sultano turco conterrà l’ondata o la userà, come avvenuto in passato, per ricattare l’Europa? Seconda domanda: l’Ue cosa farà? La Germania e l’Austria sembrano intenzionate a non ripetere l’esperienza del 2015, quando si trovarono alle porte milioni di persone, puntando invece sull’aiuto economico ai Paesi confinanti con l’Afghanistan (Iran, Uzbekistan, Pakistan). Terza domanda: quanti migranti proveranno ad attraversare i Balcani per passare il debole confine che divide la Slovenia dall’Italia?

Per Alfonso Singh, consigliere regionale leghista in Friuli Venezia Giulia, le “ricadute” potrebbero essere “gravissime”. Ci sarebbe “il concreto rischio che milioni di profughi afghani si dirigano sulla rotta balcanica, intensificando gli arrivi di irregolari”. Lo stesso sostiene Pierpaolo Roberti, assessore all'immigrazione nella giunta Fedriga: "Il ministro è avvisato - dice - bisogna essere pronti di fronte ad ulteriori arrivi ormai previsti". Lo siamo? Non secondo chi alla frontiera ci lavora. Il 30 luglio sono ripresi i pattugliamenti congiunti tra poliziotti italiani e sloveni che il questore Irene Tittoni spera possano “frenare gli ingressi”. E sebbene abbia assicurato che per ora non vi sono "picchi di incremento", gli operatori del settore non sono altrettanto positivi. Intanto perché, racconta Edoardo Alessio (segretario provinciale Fsp), “le pattuglie miste con la Slovenia non coprono l’arco delle 24 ore”, “non servono a nulla” e appaiono solo “uno specchietto per le allodole per l’opinione pubblica”. E poi perché i poliziotti “affrontano una rotta balcanica ignorata dal governo”. “Siamo stati lasciati soli a cercare di contrastare" un afflusso che "non è mai stato così fiorente come in questo ultimo periodo”, scrive in una nota la segreteria provinciale del Sap. Tra giugno e luglio solo gli agenti hanno registrato "ben 1.560 rintracci contro i 925 dello stesso periodo dell'anno scorso” eppure “il Viminale non ha ritenuto opportuno inviare dei rinforzi”. Certo ci sono i i droni che sorvolano il Carso. Ma non bastano. Servirebbero più effettivi, dicono i sindacati. Occorrerebbe puntare sull’azione diplomatica (prima di arrivare a Trieste i migranti attraversano la Slovenia, Paese Ue: perché non restano lì?). E soprattutto bisognerebbe fa ripartire “le riammissioni informali che in passato avevano dato degli ottimi risultati”.

Oggi Kabul è una pentola a pressione pronta ad esplodere. “Di afghani ne arrivano già da tempo - conclude Alessio - e ovviamente ne arriveranno molti di più nei prossimi mesi”. L'obiettivo è farsi trovare pronti. E in serata Salvini ha fatto sapere la sua posizione a riguardo: "Sull'Afghanistan il discorso di ieri di Biden è stato pessimo. È incredibile che si perdano altri giorni e che i ministri non vengano a riferire immediatamente, ma la settimana prossima in Parlamento.

Accogliere in Italia alcune decine di persone che hanno collaborato con la nostra ambasciata mi sembra doveroso, ma che nessuno ci venga a parlare di accogliere decine di migliaia di afgani. In Italia abbiano già accolto 35mila clandestini, gli altri Paesi europei facciano il loro".

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