I numeri raccontano il clima di tensione che sta preoccupando i servizi di sicurezza in vista del G7 di giugno in Puglia. Gli ultimi scontri in piazza non sono eventi occasionali ma l'ultimo anello di una vera escalation. Nei primi due mesi del 2024, riportano fonti del Viminale, ci sono state 2.822 manifestazioni di «spiccato interesse per l'ordine pubblico». Nei primi due mesi del 2023 erano state 1.994. Il 40% in più. Le forze di polizia sono nel mirino di centri sociali, movimenti antagonisti e rete anarchica che organizzano cortei e infiltrano manifestazioni di «studenti», che poi arrivano allo scontro con gli agenti, come a Pisa. Quelli protagonisti della carica settimana scorsa - diventata un caso politico che ha costretto il ministro dell'Interno a riferire in Parlamento - si sono volontariamente «autodenunciati» come informa in una nota il Dipartimento della Pubblica Sicurezza: «I poliziotti impiegati in divisa e con il casco protettivo durante la manifestazione del 23 febbraio a Pisa hanno contribuito fattivamente alla loro specifica individuazione. Le risultanze sono state trasmesse all'autorità giudiziaria». Nel frattempo il sindacato di polizia denuncia le conseguenze che la vicenda sta avendo sulle famiglie degli agenti coinvolti negli scontri a Pisa. «I figli di alcuni dei nostri colleghi stanno ricevendo continui insulti sui social network e vengono accusati dai propri compagni di scuola di essere figli di sbirri manganellatori» racconta Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, precisando che nei giorni scorsi al sindacato sono arrivate le segnalazioni di questo tenore da parte di dodici agenti. Mentre a Pisa il «Movimento Anarchico» diffonde volantini per incitare alla lotta contro la polizia.
La guerra in Israele è stata un detonatore per gli scontri in piazza, con i movimenti filo-Hamas in prima linea. Poi c'è stata la vicenda Cospito, e poi il caso Salis, che hanno mobilitato la galassia anarchica. La presenza poi di un governo di destra ha fatto il resto. Il risultato è una sorta di corteo permanente, con picchi nei week end. Ma non necessariamente. Ieri a Bologna hanno sfilato quattrocento ragazzi legati a movimenti come «Cambiare Rotta-Organizzazione giovanile comunista» per «esprimere solidarietà ai coetanei dopo quanto accaduto a Pisa e per fermare il genocidio in Palestina». Solito copione: vernice contro le pareti della Prefettura, momenti di tensione quando il capo del Digos, Antonio Marotta, si è fatto avanti chiedendo ai manifestanti di calmarsi e allontanarsi ma come risposta dai contestatori sono partite delle uova piene di vernice rossa e una di queste lo ha centrato nell'occhio. «State commettendo dei reati», li ha avvertiti il dirigente. Poi bruciate le foto di Meloni, Salvini e del primo ministro israeliano. «Comportamenti inaccettabili di chi punta a mestare nel torbido. Nessuno spazio a chi scambia il diritto di manifestare con l'arbitrio della violenza e dell'intolleranza» scrive in una nota Nicola Molteni, Lega, sottosegretario all'Interno. Oggi sono in programma altri cortei pro-Palestina, sia a Firenze che a Pisa, con alto rischio di disordini.
Grande attenzione c'è per lunedì, dove a Genova dove arriveranno i ministri Salvini e Piantedosi per inaugurare un cantiere per il tunnel subportuale. I movimenti hanno già annunciato contestazioni. «Salvini e Piantedosi a Genova? Cacciamo la banda dei manganelli. Piantedosi dimissioni» è scritto sull'annuncio firmato dalle associazioni «Osa» e «Cambiare rotta» che riuniscono studenti e centri sociali. Sotto all'annuncio, con le foto dei due ministri, si legge: «L'odio dei centri sociali. Non ci fate paura».
Il vicepremier Salvini scrive sui social: «Non sarà qualche sinistra minaccia a fermare me e il mio impegno per gli Italiani». Il neo questore di Genova, Silvia Burdese, spiega che è stato avviato un «dialogo» con gli organizzatori delle proteste: «Ci muoveremo come sempre con massimo equilibrio e professionalità», assicura.
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