Agguato nel parcheggio: accoltellata dal marito

Decisivo l'intervento degli altri clienti che fermano l'uomo già denunciato per violenze. Lei è grave

Agguato nel parcheggio: accoltellata dal marito
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Una scena terribile, consumatasi davanti a decine di sguardi attoniti nel parcheggio di un supermercato nel giorno dell'Epifania. E la mobilitazione degli altri clienti che senza pensarci un momento in più difendono la donna e forse scongiurano il secondo femminicidio del 2025.

Accade tutto a Seriate, nella Bergamasca, dove una 39enne rumena viene aggredita dal marito, connazionale di nove anni più grande: all'origine della violenza un litigio, che degenera in pochi secondi. Il 48enne, che forse voleva tornare insieme alla moglie, afferra un coltello e pugnala la moglie più volte. Daniela riesce a trascinarsi fino all'ingresso e in una pozza di sangue riesce ad urlare: «È stato mio marito». I passanti accorrono subito: c'è chi tira pietre, chi lo spintona, chi usa un ombrello per disarcionarlo. Interviene anche un militare dell'Esercito, libero dal servizio, che resta ferito a sua volta. Lui non si ferma, continua a brandire quella lama anche contro gli altri clienti. «Gli tiravamo addosso i sassi delle aiuole - racconta una cassiera che ha assistito a tutta la scena - ma lui non si fermava. Allora un signore l'ha colpito con l'ombrello, facendogli cadere il coltello: in questo modo sono riusciti a immobilizzarlo». Nel frattempo c'è chi cerca di far parlare Daniela per non farle perdere conoscenza. Lei ripete: «Ho due figli, li amo tanto». E alla fine sono proprio i clienti del supermarket a disarmarlo e ad immobilizzarlo fino all'arrivo dei carabinieri che lo arrestano. L'uomo, autotrasportatore, era stato già denunciato in passato dalla moglie per maltrattamenti in famiglia. Proprio il primo ottobre scorso era terminata la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla moglie. Per le violenze sulla coniuge era stato condannato, ma aveva inciso la remissione di querela da parte della moglie stessa. Forse pensava che non sarebbe più accaduto, forse aveva deciso di dargli fiducia. I due comunque non vivevano più insieme: dopo la prima denuncia, lui era a Pedrengo e lei, appunto, a Seriate.

«È stata una scena terribile, speriamo di non vedere più un episodio così», racconta un passante intervenuto. Le fa eco un'altra lavoratrice del supermercato: «Sto ancora tremando, lei urlava e lui si accaniva su di lei». Daniela, in prognosi riservata all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sta lottando tra la vita e la morte. Anche l'aggressore, rimasto ferito durante l'aggressore, è stato curato e poi condotto nel carcere di Bergamo.

Intanto, mentre in tanti pregano per Daniela, l'ennesimo episodio di violenza scuote il territorio: nel primo giorno dell'anno nel Bresciano, infatti, era stato ucciso con un fendente Roberto Comelli che voleva entrare a una festa di Capodanno, soltanto pochi giorni fa invece l'agguato a pugnalate a Mamadi Tunkara nel pieno centro di Bergamo. Ora il tentato femminicidio di Seriate. Episodi alla luce del sole e legati dall'uso del coltello come arma per uccidere. «Esprimo vicinanza alla donna, a nome dell'intera cittadinanza - spiega intanto il sindaco di Seriate Gabriele Cortesi -.

Emerge, forte, la necessità di un sempre maggior presidio del territorio e la necessità di combattere tutti insieme un fenomeno, quello della violenza contro le donne, che non può essere minimizzato. Dobbiamo lavorare affinché la cultura del rispetto e della parità di genere diventino patrimonio collettivo e deterrente contro il verificarsi di fatti così gravi».

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