Agricoltori in lotta spaccati come il Pd

La loro battaglia raccoglie consensi ma il movimento è già diviso in correnti, fazioni e capetti

Agricoltori in lotta spaccati come il Pd
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Per tre italiani su quattro secondo un sondaggio di Alessandra Ghisleri - la protesta degli agricoltori è giusta. La fetta di consenso si allarga, se si restringe il campo di osservazione al solo elettorato di Fratelli d'Italia e Lega. Sulla spinta della simpatia nell'opinione pubblica, i contadini sognano il partito dei trattori. Destinazione Bruxelles? Le elezioni europee saranno sicuramente un primo test per sondare la forza elettorale. Ma la meta finale è il Parlamento italiano quando sarà rinnovato nel 2027. Però la «mission politica» del partito dei trattori parte già azzoppata. Più che ai cugini olandesi o tedeschi, nazioni nelle quali la protesta degli agricoltori si è trasformata in un movimento politico, in Italia il partito zappa e aratro assomiglia molto al Pd. Correnti, liti e guerre. Manifestazioni e contro manifestazioni. Ogni corrente ha un capo che già sogna la leadership. E magari un posto in Parlamento.

Per carità, le rivendicazioni contro le follie green dell'Ue sono giustissime. Ma la battaglia rischia di uscirne indebolita per lo scontro tra correnti. E ora nel movimento dei trattori si è aperta anche la campagna acquisti per passare da una corrente all'altra. Tutto in stile Pd. Come sono divise le varie fazioni del partito dei trattori? Una galassia di sigle e gruppetti. La corrente di maggioranza, l'anima del movimento, si è data il nome di Riscatto Agricolo. È il fronte che guida la rivolta e che si è seduto al tavolo con il ministro della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Tra i suoi leader c'è Maurizio Senigagliesi. Viene considerata la frangia più dialogante con l'esecutivo Meloni e che ribadisce di non voler più scendere in piazza: «Giovedì noi staremo all'interno del nostro presidio senza partecipare, perché non dobbiamo far strumentalizzare le nostre manifestazioni e non sposiamo iniziative politiche. La manifestazione è osteggiata per la presenza di frange di estrema destra, tanto che una parte del direttivo del Cra ha rassegnato le proprie dimissioni in dissenso con la mancata chiusura a questi gruppi» dice a Lapresse Salvatore Fais, esponente di Riscatto agricolo. Contro i cosiddetti governisti, c'è la fronda movimentista guidata da Danilo Calvani, ex leader dei Forconi.

La corrente più barricadera è stata ribattezzata Cra, il comitato che riunisce gli agricoltori traditi. Si dissocia, di poco, l'altra sigla oltranzista chiamata Comitati agricoltori riuniti. Del partito dei trattori fanno parte, anche se con una posizione molto defilata le due sigle storiche di Coldiretti e Confagricoltura. Il numero uno di Coldiretti, Ettore Prandini, è considerato vicino al governo e in particolare al ministro Lollobrigida. Pur condividendo le rivendicazioni della categoria, Prandini mette nel mirino l'Ue ed esclude una trasformazione del movimento in partito politico. Posizione molto simile quella assunta dal capo di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Nella galassia del partito dei trattori entrano anche l'ex leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e la sigla degli ambulanti Ana-Ugl. I partiti, quelli veri, corrono ai ripari. Temono una fuga di voti. La Lega corteggia Calvani, Fdi gli istituzionali di Coldiretti e Confagricoltura.

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