Povero Beppe Grillo. Dal Vaffa alla Todde. Che è Alessandra, la prima grillina che diventa presidente di una Regione. Un'altra donna. Dopo Virginia Raggi e Chiara Appendino, che espugnarono a passo di carica Roma e Torino. Con una differenza: Todde è cresciuta a microchip e calcoli più che a parolacce e Meetup. Libri e imprenditoria. Non dirette streaming e banchetti. Una pentastellata troppo poco grillina. Anche stando a quanto raccontano i compagni e gli ex compagni di strada del M5s. «Non ha mai fatto un giorno di militanza, non c'entra nulla con la storia del Movimento», sibila un volto storico dei Cinque Stelle. Una secchiona che ci tiene a dipingersi come tale. Ad esempio quando dice: «Il titolo a cui tengo di più è quello di ingegnere».
Todde però non si è applicata più di tanto nella risoluzione delle crisi aziendali quando era al Mise, sottosegretario nel secondo governo di Giuseppe Conte, viceministro con Mario Draghi. Al ministero la ricordano più per gli annunci roboanti che per i risultati concreti. Ne sa qualcosa Giancarlo Giorgetti, ex titolare dello Sviluppo Economico. Il leghista, nel 2021, commissariò Todde con una struttura di tecnici. Il motivo? La viceministra si vantava di aver chiuso un sacco di tavoli di crisi aziendali. Il problema è che Todde annoverava tra i suoi successi anche le imprese che avevano chiuso i battenti o le vertenze che erano passate all'esame di altri ministeri. Una grillina atipica, sicuramente. Che però ha imparato subito il mestiere. Come Luigi Di Maio, che aveva deciso di abolire la povertà dal balcone di Palazzo Chigi, lei aveva scelto di abolire le crisi aziendali con un tratto di penna. Strombazzava il Mise durante l'era Todde: «Le vertenze aperte sono passate da 149 a una settantina». Peccato che tra i tavoli chiusi ci fossero anche aziende come Selcom elettronica, Tosoni, Tecnis. Tutte fallite. Un'altra vittima eccellente della gestione Todde è stata Air Italy, compagnia aerea sarda con sede a Olbia e con la missione di collegare la Costa Smeralda al resto dell'Italia. Fallita, dopo essere passata dal Mise al Lavoro guidato dal dem Andrea Orlando. Ma per la nuova regina del campo largo la vertenza era chiusa. Un successo. E la realtà dei fatti è solo un dettaglio trascurabile.
La fretta di annunciare traguardi inesistenti rimane l'unico tratto grillino di Alessandra Todde. Che, in questo, è un po' una Giuseppe Conte in sedicesimo. Lui avvocato, lei ingegnere informatico. Entrambi prestati alla politica grillina. Di Maio è lo stregone dietro l'ascesa di tutti e due. Conte glielo presentò l'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. Todde è stata introdotta all'ex ministro dalla sua ex fidanzata Virginia Saba, sarda anche lei. Di Maio nel 2019 è folgorato dall'allora Ceo di Olidata. Tanto da candidarla alle elezioni europee dello stesso anno. Todde non viene eletta ma è la più votata in Sardegna. Col Conte II scatta il ripescaggio. Diventa sottosegretario al Mise e con Draghi è promossa viceministro. Durante il governo giallorosso la dimaiana Todde scommette su Conte. E vince. Di Maio si sgonfia e l'avvocato la nomina vicepresidente del M5s.
Del resto si sa poco. Todde, nuorese di 53 anni, è andata via giovanissima dalla Sardegna per andare all'Università a Pisa. Ma il suo profilo ha perfino tratti autonomisti. Il primo voto è per il Partito Sardo d'Azione. Mentre sul curriculum tra le lingue parlate c'è anche il sardo.
A trasmetterle la passione per i numeri è stato il padre, che nel 2000 si è ammalato di sclerosi laterale amiotrofica. Sulla vita privata è impenetrabile. Non è sposata, non ha figli e non si hanno notizie di un compagno. Va a cavallo per passione. Ma per lavoro dovrà governare la Sardegna e il campo largo.
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