Alfano vuole la Farnesina per liberarsi della patata bollente dei migranti

Il titolare dell'Interno vuole lasciare un dossier scottante in mano ai colleghi di coalizione del Pd, gestendo la crisi migratoria dalla più comoda Farnesina

Alfano vuole la Farnesina per liberarsi della patata bollente dei migranti

È la Farnesina il sogno proibito di Angelino Alfano. Il segretario del Nuovo Centrodestra, al governo ormai dal 2008, è noto per aver collezionato più poltrone che voti e dopo un triennio al Viminale si candida a capo della diplomazia italiana nel nuovo governo Gentiloni.

Ma dietro le nuove mire del ministro agrigentino non ci sarebbe solo una smodata ambizione - o forse, dirà lui, uno smodato desiderio di mettersi al servizio del Paese. Secondo indiscrezioni che filtrano dagli ambienti parlamentari, l'attuale titolare dell'Interno desidererebbe disfarsi quanto prima di una patata bollente che negli ultimi anni gli ha provocato più di un grattacapo: quella dell'emergenza immigrazione.

Il povero Alfano è diventato infatti, a torto o a ragione, il parafulmine di tutte le responsabilità della caotica gestione del fenomeno migratorio. Ora Angelino si propone di continuare a gestire il tema sul piano internazionale, lasciando la scottante poltrona del Viminale ai colleghi di coalizione del Pd.

Una mossa che gli consentirebbe di dissociarsi da decisioni impopolari - ogni volta che i prefetti inviano i

richiedenti asilo in un Comune piccolo o grande sono ingiurie che volano verso il Viminale - affrontando il problema dalla più comoda posizione della diplomazia. Da cui, si sa, nessuno si aspetta più molto.

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