Allarme Lampedusa, altri 300 arrivi

Hotspot al collasso. Salvini: "Pd-M5s mettono in pericolo l'Italia"

Allarme Lampedusa, altri 300 arrivi

Almeno 300 clandestini sono arrivati a Lampedusa nell'arco delle ultime 24 ore. Lo sbarco più consistente quello di un gruppo proveniente dal Bangladesh, ma arrivato a bordo di barconi partendo dalle coste libiche, dove probabilmente era giunto via aereo. Questa è la dimostrazione che i trafficanti di esseri umani hanno ripreso i loro interessi a pieno ritmo e la macchina dell'immigrazione clandestina è ripartita.

«Il problema - spiega il commissario della Lega per la Sicilia, senatore Stefano Candiani - è che gli italiani oggi non seguono il problema migranti e scafisti, perché i disagi derivanti dal Covid coprono tutto. La preoccupazione economica e sanitaria è un muro che mette tutto il resto in ombra. E con la metà degli Italiani in lockdown subiamo la non volontà del governo Conte di bloccare l'invasione. È surreale». E prosegue: «Dove sono finiti i buonisti come Fratoianni, Orfini e Delrio? Mi sembra di non sentirli parlare. La situazione a Lampedusa è esplosiva, con hotspot pieno, rischio terrorismo e moltissimi agenti che hanno contratto il Covid. Perché il ministro dell'Interno Lamorgese non ci dice quanti sono? Glielo chiederemo a breve e dovrà darci risposte in Parlamento».

Sia tra i poliziotti che tra gli uomini di Guardia costiera e Guardia di finanza, infatti, si registrano diversi contagiati dal virus. Le loro vite vengono costantemente messe in pericolo a causa dell'esposizione al rischio dovuta ai contatti con i migranti positivi.

La Sicilia è zona arancione e gli italiani non possono uscire dalla Regione, pena sanzioni molto salate, mentre nel vergognoso silenzio del governo i clandestini continuano a entrare indisturbati, quasi la questione immigrazione per il premier Giuseppe Conte e il ministro Luciana Lamorgese non costituisse una priorità per il Paese. «Conte, Pd e 5Stelle mettono in pericolo l'Italia», sintetizza il leader leghista Matteo Salvini.

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