All'asta il pittore Adolf Hitler ma nessuno vuole le sue tele

A Norimberga invenduti cinque quadri del Führer. Forse gli acquirenti fermati dai dubbi sull'autenticità

All'asta il pittore Adolf Hitler ma nessuno vuole le sue tele

Forse gli acquerelli erano la sua vera passione, ma la storia e la pazzia l'hanno portato ben lontano dalle linee pittoriche. Strano pensare a un Hitler dedicarsi al disegno, il suo sogno di ragazzo. Certo, l'uomo che avrebbe poi sterminato milioni di persone nei campi di concentramento tedeschi aveva un sogno: diventare un grande artista. Ma non ha mai avuto il successo tanto desiderato. «Prova di disegno insufficiente. Non ammesso»: questo il messaggio con cui l'Accademia delle Belle Arti di Vienna liquidava un Hitler giovanissimo nel 1907. Poi, ha dipinto, certo. Non ha abbandonato la pittura.

È stato a lungo un aspirante artista autodidatta. Ha guadagnato qualche soldo vendendo acquerelli e cartoline, «post-cards». Le cartoline, a Vienna, non vendevano malaccio. Vendeva anche immagini per le coppie di sposi. Successivamente, il giovane Adolf si è dedicato a quadri più elaborati. Ma adesso, pure da morto, prende un bel «no grazie, arrivederci». E se anche un fantasma può incassare un colpo, il dittatore nazista deve prendere le pive e metterle nel sacco. Sabato, infatti, andavano all'asta cinque acquerelli attribuiti al führer. Paesaggi di montagna, laghi, alberi. Tutti a firma di A.H. o A. Hitler. Oltre a diversi oggetti, tra cui un vaso, una tovaglia e una sedia di vimini con la svastica. La casa d'aste Weidler di Norimberga aveva proposto l'evento nel suo catalogo come «l'asta speciale Adolf Hitler» e ha dovuto cancellare le insegne e i simboli nazisti dalla brochure per conformarsi alla legge tedesca. I dipinti sono stati messi in vendita proprio nel luogo dove è si è tenuto il processo ai criminali nazisti. Ma nessuno li ha comprati. Gli alti prezzi iniziali il lago di montagna pare costasse 51mila dollari - e i sospetti circa l'autenticità delle opere d'arte, probabilmente, sono state le ragioni che hanno scoraggiato i potenziali acquirenti.

Già, la casa d'aste era stata costretta a rimuovere 26 opere d'arte dalla sua brochure. Perché giovedì scorso la procura di Norimberga-Fürth aveva sequestrato 63 dipinti a causa delle dei dubbi circa la loro autenticità. Tra quelli, 26 erano destinati all'asta di sabato insieme agli altri cinque. Secondo Der Spiegel, il pubblico ministero sta indagando contro sconosciuti «con l'accusa di falsificazione di documenti e tentativi di frode» e la casa d'aste sta collaborando volontariamente con gli investigatori. Un esperto aveva informato l'autorità, stimolando l'avvio di indagini. «Abbiamo avviato un'indagine preliminare su documenti falsificati relativi ai dipinti», ha detto la portavoce dell'accusa Antje Gabriels-Gorsolke al giornale Nord Bayern. E, sempre la Gabriels, ha aggiunto a France Presse: «Se si rivelassero falsi, proveremo a determinare chi sapeva cosa nella catena di proprietà». La procedura è diretta contro sconosciuti, non contro la casa d'aste di Norimberga. Ma il catalogo dell'asta, annunciata e pubblicizzata, ora non appare più online. Il sito della casa d'aste, invece, c'è ancora.

La vendita ha scatenato la rabbia tra i politici e il pubblico. Ulrich Maly, il sindaco di Norimberga su Sueddeutsche Zeitung, ha definito l'asta «di cattivo gusto».

Stephen Klingen e Christian Fuhrmeister dell'Istituto centrale per la storia dell'arte di Monaco hanno dichiarato alla Cnn che le persone sono «giustamente preoccupate per aste di questo tipo», ma che è necessario guardare al passato tedesco e alla «memoria nazista, che è incarnata in Adolf Hitler».

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