Mostrare indignazione per una battuta rivolta ad un collega del nuovo fronte pro Draghi per piazzare comunque l'epiteto e quindi addirittura attribuire la paternità di uscite del genere alla "destra". Se l'intento era quello di strappare un sorriso non pare riuscito granché, mentre il bersaglio del biasimo viene centrato perfettamente.
Protagonista della infelice frase, diffusa via web tramite il suo profilo personale Twitter, è Emanuele Felice, nominato da Nicola Zingaretti responsabile Economia del Partito Democratico a partire dall'8 febbraio dello scorso anno. Ad essere preso di mira, ancora una volta per la questione "statura", è Renato Brunetta, appena nominato ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione dall'ex governatore della Banca centrale europea."Posso dirlo? Le battute e le vignette che circolano sull’altezza di Brunetta le trovo insopportabili. E, francamente, di destra". Una strategia sopraffina, quella utilizzata da Felice, che insiste ancora una volta sull'altezza di Brunetta, spacciando la sua esternazione come lamentela per gli insistiti insulti al neo ministro da parte di non ben definiti personaggi. Ciliegina sulla torta, poi, l'attribuzione alla "destra" della paternità di battute del genere, come se dalla sua parte non esistessero invece esempi di battute infelici di questo tipo. Senza andare troppo lontani, basta ricordare la paternità dell'espressione"energumeno tascabile", coniata ai danni di Renato Brunetta addirittura da Massimo D'Alema. E ciò che poi non ricordano le cronache, perché in effetti non c'è mai stato, è un passo indietro o delle scuse da parte dell'ex presidente del Consiglio dem. A meno che non si possa considerare "di destra" anche lui.
L'indignazione e le accuse lui rivolte su Twitter devono aver fatto suonare una campanellina d'allarme nella testa di Emanuele Felice, che ha subito voluto aggiungere un commento per allontanare da sè il biasimo scatenato. Le scuse, tuttavia, non vengono semplicemente pubblicate per rimediare all'uscita infelice senza se e senza ma, bensì sono ritenute doverose solo per il fatto che il messaggio fosse, a suo dire, travisabile. "Il mio era un tweet contro ogni forma di discriminazione. Mi scuso se poteva essere male interpretato".
L'intento del messaggio era fin troppo evidente invece, tanto che qualcuno glielo ha fatto notare chiaramente: "È stato interpretato
fin troppo bene. Lei ha scritto una colossale e gravissima stupidaggine! Si scusi per quello", replica un internauta. "Con un tweet demenziale, hai fatto emergere un sacco di disagio", attacca un altro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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