Dall’Unione europea arriva l’altolà alle plastiche usa e getta. Bastoncini cotonati, posate, piatti e cannucce sono alcuni degli articoli finiti nella black list europea che include anche bicchieri e contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso e tutti i prodotti in plastica oxodegradabile. Si tratta di prodotti per i quali "esistono sul mercato alternative convenienti senza plastica".
La strategia europea prevede anche la riduzione del consumo di attrezzi da pesca, sacchetti monouso, bottiglie, piatti e bicchieri in carta anche se con un solo strato di plastica e via dicendo. Servirà, assicurano da Bruxelles, a diminuire i rifiuti marini e promuovere la transizione verso un’economia circolare con modelli di business, prodotti e materiali innovativi e sostenibili. Le novità sono contenute nelle linee guida adottate dalla Commissione europea per l’applicazione della direttiva sugli articoli monouso in plastica, la 904 del 2019, anche conosciuta come Sup (Single use plastic).
Sulla svolta ecologista il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo Frans Timmermans ha dichiarato che: "Ridurre l’uso della plastica monouso aiuta a proteggere la salute delle persone e del pianeta. Le regole dell’Unione europea sono un traguardo fondamentale nell’affrontare i rifiuti marini. Stimolano anche modelli di business sostenibili e ci avvicinano ad un’economia circolare dove il riutilizzo precede l’uso singolo. Questo è l’obiettivo del Green Deal europeo: proteggere e ripristinare il nostro ambiente naturale, incoraggiando al contempo le imprese ad innovare".
Gli Stati membri si dovranno adeguare entro il 3 luglio, ma a ridosso della scadenza in Italia sono tante le voci critiche. A partire da quella del ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che, il 27 maggio, aveva ipotizzato una "riserva" sull’entrata in vigore della direttiva, auspicando "un ripensamento e una diversa tempistica nell’uscita dalla produzione di prodotti come bicchieri e piatti di carta". Anche per il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, come ricorda Il Fatto Quotidiano, la direttiva sarebbe "assurda". "L’Europa ha dato una definizione di plastica stranissima, solo quella riciclabile, tutte le altre, anche se sono biodegradabili o sono additivate di qualcosa, non vanno bene", ha spiegato il ministro nel corso di un webinar. Allo stesso tempo, ha sottolineato ancora Cingolani, "la Ue sta finanziando grandi progetti europei per sviluppare plastiche biodegradabili".
Sui segnali contrastanti lanciati dall’Unione si sono concentrati anche gli europarlamentari di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, Carlo Fidanza e Pietro Fiocchi, che chiedono al governo di esercitare il diritto di riserva, impedendo l’entrata in vigore della direttiva: "La direttiva Ue sulle plastiche monouso è totalmente incoerente con gli investimenti pianificati dalla stessa Ue e dannosa per molte aziende italiane che hanno investito risorse e tecnologie sul biodegradabile". "È inconcepibile – denunciano – che la linea strategica su cui l’Europa sta più puntando anche in termini economici per il futuro, la cosiddetta transizione ecologica, continui a essere guidata da criteri che obbediscono a posizioni ideologiche e non invece ai reali interessi dei cittadini e dei territori".
"È pura follia colpire l’industria alle soglie della ripartenza", avverte l’europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini. Le linee guida emanate dalla Commissione, prosegue l’esponente azzurro, "rischiano di infliggere un colpo mortale all’industria italiana del packaging cartaceo. Senza alcun passaggio parlamentare o confronto con le categorie economiche, introducono nuovi obblighi assolutamente imprevisti: dal 3 luglio metteranno al bando non solo tutti i prodotti già inseriti nella direttiva ma anche quelli monouso in carta ricoperti da un velo di plastica, come piatti e bicchieri". "Una decisione incomprensibile, ideologica e dannosa, che – continua Salini – infliggerà un colpo durissimo ad un settore che garantisce 50mila posti di lavoro".
Ci aveva visto lungo l’europarlamentare della Lega, Danilo Oscar Lancini, che ha battagliato contro la direttiva sin dalla sua emanazione.
"Ho combattuto in commissione Ambiente, ho partecipato a convegni e ho scritto personalmente una lettera agli allora ministri dell’Ambiente Costa e del Lavoro Di Maio, un appello caduto colpevolmente nel vuoto", spiega Lancini. Le sue conclusioni sono lapidarie: "Un settore molto importante per la nostra economia, con un giro d’affari per 1 miliardo di euro, purtroppo è già stato irrimediabilmente compromesso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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