Sono in tutto 686 i migranti giunti nella notte fra lunedì e martedì a Lampedusa a bordo di un peschereccio di 15 metri. Le operazioni di sbarco si sono concluse poco prima dell'una. Cinque persone sono state portate al Poliambulatorio dell'isola perché stavano male mentre le altre sono state trasferite all'hotspot di contrada Imbriacola. Ma non si è trattato dell'unico sbarco. Altre quattro piccole imbarcazioni, con un totale di 67 migranti, sono giunte sull'isola nella stessa la notte, dopo il maxi sbarco. E poiché nell'hotspot di Lampedusa si trovavano oltre mille persone, nella giornata di ieri sono iniziate le operazioni di trasferimento dei migranti. Al mattino 110 migranti hanno lasciato l'isola a bordo del traghetto di linea che è arrivato in serata a Porto Empedocle. E nel pomeriggio è giunta a Lampedusa la nave quarantena «Aurelia», dove sono stati imbarcati 299 migranti, tra cui 16 positivi al Covid, su disposizione della prefettura di Agrigento che opera d'intesa con il ministero dell'Interno. La nave si trovava in rada ad Augusta. Ma ieri è stata anche la giornata delle dichiarazioni. In molti infatti, dal sindaco di Lampedusa Totò Martello ai politici del centrodestra, hanno voluto commentare l'ennesima ondata di arrivi. «Non c'è alcuna criticità dopo l'ultimo maxi sbarco - ha detto Martello - perché l'assistenza in Italia funziona. Il problema è che i governi europei, compreso quello italiano, pensano solo all'accoglienza e in questo modo non si risolve il problema dell'immigrazione incontrollata».
Anna Maria Bernini, capogruppo di Fi al Senato: «Servirebbe un cambio di passo comunitario che non sembra però essere alle viste, restando intatti i macigni del Regolamento di Dublino e del mancato accordo su un sistema comune di asilo».
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