Stellantis, scoppia la grana Termoli

Urso: "Senza risposte via i fondi del Pnrr. Gli ad pagati in base al lavoro che creano"

Stellantis, scoppia la grana Termoli
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Per Stellantis è giunto il momento della verità e di dare risposte concrete. Troppi i problemi rimasti irrisolti, ma anche le promesse non mantenute e gli errori strategici peraltro riconosciuti. Il contratto dell'ad Carlos Tavares scadrà, salvo imprevisti, tra il 2025 e il 2026 e già adesso ci si chiede quale testimone lascerà a chi gli subentrerà.

Tutte preoccupazioni che, proprie nelle ultime ore, hanno visto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il leader della Cisl, Luigi Sbarra, tornare all'attacco. Da parte sindacale, la sollecitazione riguarda sia il governo sia Stellantis: ovvero la firma di un protocollo d'intesa con impegni reali su investimenti e tutela del lavoro. «Una parte importante della prospettiva industriale e quindi produttiva del nostro Paese - le parole di Sbarra, dal Meeting di Rimini - ce la giochiamo sul mantenimento e la salvaguardia del settore. Nel primo semestre la produzione di Stellantis è scesa del 25% sul 2023». «Il governo ha fatto la sua parte, Stellantis no», l'intervento di Urso, sempre da Rimini. «Nel primo incontro - la spiegazione successiva - Tavares, in tutta trasparenza, mi chiese due cose, forse ritenendo che fossero impossibili da conseguire, per progettare lo sviluppo dell'auto italiana fino a raggiungere l'obiettivo del milione di veicoli. Primo: rimuovere l'ostacolo Euro 7. Secondo: un piano incentivi commisurato alla produzione in Italia. Da parte nostra, in proposito, abbiamo fatto il più grande e significativo piano incentivi sull'auto per 1 miliardo di euro». Urso, quindi, rivendica il fatto di contribuire allo svecchiamento del parco circolante con la rottamazione dei veicoli più datati e inquinanti, mentre «si è consentito che l'auto elettrica fosse alla portata dei ceti più svantaggiati, grazie alle risorse destinate». Gli aspetti negativi, ha ricordato il ministro, riguardano invece il sostegno di Stellantis alla produzione italiana che non c'è stato: «È mancata la risposta alle richieste sollecitate dagli incentivi». A Stellantis, però, non basterebbe quello che è stato fatto sinora: «Tutti gli attori della catena del valore, governo incluso, contribuiscano a creare le giuste condizioni per la competitività».

Il leader Cisl, Sbarra, punta quindi il dito contro Tavares e il suo compenso d'oro: oltre 36 milioni percepiti nel 2023. «Se l'ad di Stellantis pensasse a una strategia industriale in Italia e in Europa, e meno ai suoi emolumenti, farebbe una cosa davvero gradita alle persone». Sull'argomento è tornato anche Urso: «Se la remunerazione degli ad, dei management o i dividendi delle grandi imprese fossero commisurati, non soltanto ai profitti, ma anche alla sostenibilità sociale che concorrono a realizzare, probabilmente avremmo una soluzione ai nostri problemi». Da qui l'invito a Tavares di essere presente al Meeting 2025 «per capire qual è la nostra concezione dell'impresa, come impresa sociale, peraltro codificata nella nostra Carta costituzionale». Ribadita l'importanza di avere un secondo costruttore di veicoli in Italia (presto una nuova missione in Cina per incontrare le aziende interessate), Urso si è soffermato sulla cessione di Comau: «Quando fu presentato il progetto Stellantis, anche ai fini dell'esercizio della golden power, si sarebbero potute porre le condizioni, ma il governo di allora se ne lavò le mani; ora noi stiamo recuperando rispetto a quella posizione, questo riguarda anche Comau».

E sulla pianificata Gigafactory di Termoli su cui è sceso il silenzio: «Senza risposte - così Urso - le risorse del Pnrr saranno destinate ad altri, perché non possiamo perderle». Minaccia che ha toccata nel vivo il gruppo. «Si sta potenziando il progetto», la replica immediata.

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