Violenze sessuali, baby gang, infiltrazioni mafiose nel business del turismo, morti sul lavoro, violenze di piazza. Ma anche assalti dei banditi ai furgoni blindati, attacchi hacker, «stese», cioè le sparatorie in mezzo alla strada. La mappa dei reati è disegnata dai vertici delle 26 Corti d'appello italiane. Ieri in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario procuratori generali e presidenti di Corte hanno elencato ciascuno le emergenze criminali del proprio distretto.
A Torino il pg Lucia Musti sottolinea che «l'elemento che connota maggiormente il distretto, e che rende Torino ancora una volta capitale, è insito nella galassia dei centri sociali e degli anarco insurrezionalisti». Musti parla di «eversione di piazza». Ed Enrico Aimi, rappresentante del Csm, aggiunge: Torino è segnata da «manifestazioni violente», che hanno provocato numerosi feriti tra le forze dell'ordine «cui va tutta la nostra solidarietà» e «se non si interviene in maniera determinata rischiamo un ritorno agli Anni di piombo». La criminalità minorile preoccupa, da Lecce a Napoli. «Purtroppo - sottolinea Roberto Carrelli Palombi, presidente della Corte d'appello di Lecce - la criminalità minorile sta assumendo nuove forme, con una crescente incidenza dei reati commessi da giovani, anche al di sotto dei 14 anni». Sono aumentati infatti i reati legati a fenomeni di baby gang e bullismo. «La realtà della criminalità minorile nel distretto di Napoli è allarmante - dice invece il pg napoletano Aldo Policastro -. Sempre più minori sono coinvolti nelle associazioni camorristiche». Questo perché «le associazioni attraggono un folto numero di giovani di età sempre più bassa». Ancora a Napoli il presidente della corte d'Appello, Maria Rosaria Covelli, sottolinea: «Particolarmente allarmante continua a essere il fenomeno delle stese (le sparatorie per strada, ndr) a Napoli e provincia, dove nel primo semestre del 2024 ne sono state registrate 23, contro le 19 nello stesso periodo dell'anno precedente».
Minorenni allo sbando pure a Palermo e a Caltanissetta. Nel primo capoluogo il pg Lia Sava segnala baby spacciatori di droga e di crack, già a dieci anni. La polizia giudiziaria, è l'allarme, «ha addirittura sequestrato droga nella panca dei giochi di un bambino». Mentre a Caltanissetta il presidente reggente della Corte d'appello, Giuseppe Melisenda Giambertoni, riporta un forte aumento delle violenze sessuali commesse da minorenni: più 75 per cento nell'ultimo anno.
La mafia si insinua negli affari leciti. A Bari, denuncia il pg Leonardo Leone De Castris, i clan mafiosi si sono infiltrati «nei circuiti economico imprenditoriali, soprattutto nel settore agroalimentare e turistico». A Catania l'allarme riguarda le mogli dei boss che per il presidente della Corte d'appello, Filippo Pennisi, sono inserite «sempre più di frequente nell'organigramma delle consorterie». E a Firenze, sottolinea il pg Ettore Squillace Greco, da tempo «sono stati inseriti nel circuito economico legale capitali mafiosi». A Roma allarmano la violenza di genere e gli attacchi informatici. Il presidente della Corte d'appello, Giuseppe Meliadò: «I reati di violenza familiare e nei confronti delle donne hanno determinato l'afflusso presso la Corte di oltre mille processi» lo scorso anno. E per il pg Gimmy Amato, l'accesso alle reti da parte degli hacker sono «un fenomeno preoccupante».
A Milano il pg Francesca Nanni segnala un aumento delle violenze sessuali del 15 per cento e di quelle di gruppo dell'8 per cento. Invece il pg di Cagliari, Luigi Patronaggio: «Il fenomeno criminale più preoccupante in Sardegna sono le rapine ai furgoni portavalori e ai caveau delle società di trasporto valori».
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