Ci sono quelli che lo hanno conosciuto davvero, da vicino, anche stando su fronti diversi dal suo: rivali politici come Pierferdinando Casini e Matteo Renzi, ma anche avversari professionali, nelle aule di giustizia, come il pm milanese Fabio De Pasquale. E che di Niccolò Ghedini, morto l'altro ieri dopo una lunga malattia, hanno parole di rimpianto e di stima. Poi ci sono gli altri, il popolo degli odiatori da tastiera, quelli che in lui vedevano il male assoluto per l'unico e semplice motivo che era l'avvocato difensore di Silvio Berlusconi. E che ieri, davanti alla notizia della sua scomparsa, si scatenano in insulti e sbeffeggiamenti. «Che la terra ti sia pesantissima». «Uno dei fedeli consiglieri dello psiconano di Arcore». E via delirando, in un crescendo che porta Renzi a indignarsi e a interrogarsi.
Certo, sull'altro piatto della bilancia ci sono - e pesano assai di più - le parole di stima e il rimpianto sincero. Ma sarebbe sbagliato credere che la tempesta di odio postumo di ieri nei confronti di Ghedini sia figlia solo della crudele follia della rete. La verità è che in questi ultimi vent'anni ben pochi esponenti del centrodestra sono stati demonizzati pubblicamente come Ghedini dalla stampa e dagli opinion maker della sinistra giustizialista, ai cui occhi avere garantito il diritto costituzionale alla difesa anche a Berlusconi, e di averlo fatto nel migliore dei modi possibili, era un delitto imperdonabile. Su Ghedini, in questi anni, è piovuto di tutto.
Ma dietro la grinta del combattente, dietro la fredda lucidità del giurista, c'era un uomo leale e perbene. L'attestato più esplicito gli viene dal pm milanese De Pasquale, che con lui si era scontrato infinite volte: e che ieri spiega all'Agi che «tra noi ci sono sempre stati grande lealtà e rispetto reciproco». L'agenzia ricorda giustamente come nelle aule di udienza, a ogni pausa, tra i due uomini in toga si cogliesse qualcosa di molto simile alla simpatia reciproca.
Dal mondo politico, insieme ad avversari come Casini e Renzi, è compatta la manifestazione di cordoglio che viene dal centrodestra. Dal suo Veneto - dove sarà sepolto sabato, nel cimitero di Santa Mara di Sala - lo piangono Luca Zaia e Flavio Tosi. Dall'interno di Forza Italia Annamaria Bernini e Giorgio Mulè, insieme a Licia Ronzulli che dice: «Ho avuto la fortuna e l'onore di camminare al tuo fianco. Ora lo strazio di non poterlo più fare e di non potermi appoggiare a te mi spaventa e mi disorienta». Dalla Lega lo ricorda con affetto Giulia Bongiorno, mentre Roberto Calderoli ricorda che «ha servito con impegno le nostre istituzioni sempre a testa alta e con la schiena diritta».
Poi ci sono due ricordi di chi ha avuto, in modi diversi, la possibilità di lavorare con lui. Una è Marina Berlusconi, presidente di Fininvest: «Sono sconvolta.
Il nostro gruppo perde un punto di riferimento insostituibile, un consigliere acuto, leale, attento, un professionista di altissimo valore cui tanto dobbiamo essere grati». L'altro è Franco Coppi, il grande avvocato romano che ha affiancato Ghedini negli ultimi anni nella difesa di Berlusconi: «Perdo un amico, un collega valorosissimo e un gentiluomo. Era un piacere lavorare con lui».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.