«Nonostante la presenza Nato e gli apparati difensivi dispiegati in tutto il Mediterraneo, l'Italia ha perso il controllo della Sicilia e delle sue isole minori. L'assalto, dopo una preparazione durata mesi, è stato condotto da un'avanguardia dello Stato islamico finanziata da un gruppo imprenditoriale controllato da un fondo sovrano con sede in Libano». Questa notizia, che potrebbe campeggiare sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo in una qualsiasi giornata di una prossima primavera, potrebbe sembrare soltanto una provocazione fantapolitica, ma in realtà nasce da uno scenario paurosamente verosimile. Proprio come è verosimile il libro appena scritto da Art Mc Loud, pseudonimo di un anziano pensionato britannico che con l'aiuto di una piccola redazione guidata da Claudio Melchiorre ha dato vita a un romanzo dal titolo Jihad Il Piano Segreto (Amazon, 16,50, p. 422).
Il libro racconta la parabola di un ragazzo siriano benestante, abituato ad uno stile di vita occidentale, che diventa il motore di una serie di eventi che si susseguono con ritmo incalzante, quasi cinematografico, fino alla scioccante conclusione che lascia comunque uno spiraglio aperto per un possibile sequel.
La storia comincia in una Siria ancora integra e che si disgrega in poche settimane, diventando luogo di addestramento e formazione di truppe male addestrate ma disposte a tutto. Un giovanissimo comandante, capace di azioni efficaci e spettacolari, cambia il destino del Califfato di Abu Musa. Le pagine scorrono velocemente, con una galleria di personaggi sempre ben tratteggiati, che toccano le vette dell'eroismo, dell'abiezione, della più semplice umanità.
Il meccanismo narrativo rende vivida la descrizione di uomini (e donne) che scelgono la strada del terrorismo, dell'autodifesa o dell'altruismo violento e integralista. C'è spazio per l'adattamento alle condizioni più violente e allo sprezzo per il pericolo: per la difesa di presunti valori superiori o per il semplice desiderio di difendere il proprio status sociale ed economico. Quasi senza rendersene conto, trascinati dall'incalzare della trama, ci si immerge in situazioni che consideriamo note ma che in realtà spesso trascuriamo per renderci la vita meno complicata. L'effetto delle politiche coloniali, i traffici di uomini, droga, armi, le relazioni tra guerre e mafie, la leggerezza delle classi politiche e dell'informazione che agiscono e interpretano il mondo in modo statico e piatto, anche di fronte a svolte epocali della storia.
In questo panorama decadente, l'azione e il centro del mondo si spostano in una prospettiva microscopica dove cova la grande novità, la svolta inaspettata,
con l'attacco alla Fortezza Europa dal suo fronte più ovvio e fragile: il Sud. La distanza, lo spazio e il tempo vengono divorati. al punto che racconto e storia dei nostri giorni arrivano a influenzarsi e compenetrarsi.
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