Anche la controversa Lin Yu-ting a medaglia. E la bulgara sconfitta mostra la X con le dita

Staneva è sconfitta dalla taiwanese iperandrogina. Il cartello dell'allenatore ko: "Salvate lo sport femminile"

Anche la controversa Lin Yu-ting  a medaglia. E la bulgara sconfitta mostra la X con le dita
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Ha fallito un anno fa un test sull'idoneità di genere, eppure ieri si è assicurata una medaglia nella boxe così come l'algerina Imane Khelif, l'altra pugile iperandrogina al centro di una bufera per la sua eleggibilità. Una controversia accesasi giovedì, quando alla Khelif erano bastati 46 secondi per vincere il suo incontro di apertura contro l'azzurra Angela Carini, costretta ad abbandonare il match angosciata per i colpi subiti al naso e crollata al centro del quadrato in lacrime. Ora per Khelif semifinale domani sera e quindi già certezza di medaglia, visto che nella boxe non c'è finale per il terzo posto.

Sono le 11 quando la taiwanese Lin Yu-ting sale sul ring per affrontare la bulgara Svetlana Staneva, poi sconfitta con una decisione unanime ai punti (5-0) per raggiungere le semifinali della categoria 57 kg femminile. Se anche dovesse perdere il prossimo incontro, infatti, le semifinaliste perdenti nel pugilato si portano a casa il bronzo. Non l'ha presa per niente bene la 34enne Staneva, che ha fatto un segno X con le dita alla folla e, arrabbiata, ha rifiutato di parlare con i giornalisti. Il suo allenatore Borislav Georgiev, però, ha tenuto in mano un pezzo di carta con la scritta: «Sono XX. Salvate lo sport femminile». Questione di cromosomi e di diritti.

Sì, perché come dicevamo poc'anzi, Lin Yu-ting e la stessa Khelif erano state squalificate dai Mondiali dello scorso anno, a seguito del controllo dell'International Boxing Association, dopo aver fallito i test di idoneità di genere; eppure, sono state autorizzate dal Cio a boxare nella capitale francese. Tre anni fa, inoltre, entrambe avevano gareggiato anche a Tokyo 2021, senza però portare a casa medaglie a differenza di quest'edizione francese. Il Comitato olimpico internazionale (Cio) si è schierato in difesa di Khelif e Lin, che nel mentre non si sono identificate come transgender, con il presidente Thomas Bach che ha dichiarato che sono nate e cresciute come donne e hanno passaporti che lo attestano. «Quei test non sono test legittimi - ha ribadito il portavoce del Cio, Mark Adams -. I test, il metodo dei test, niente di tutto ciò è legittimo e questo non merita alcuna risposta». Proprio lo scorso anno il Cio ha privato all'Iba il riconoscimento di federazione competente per la boxe a causa di problemi di governance, trasparenza e finanziari, facendosi a quel punto carico dei tornei di qualificazione olimpica.

L'International Boxing Association del presidente russo Umar Kremlev ha annunciato giorni fa che premierà con 100mila dollari la Carini e lo staff azzurro, ma la federazione italiana ha già annunciato che questa somma non li riceverà.

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