«O gni donna, quando vuole cambiare vita o rivoluzionarne un parte, passa dal parrucchiere. E l'uomo?
Sfogliavo uno dei tanti quotidiani che la mattina allietano la mia colazione e adocchiando questa frase di un famoso parrucchiere sorge in me immediata la domanda ineludibile: e l'uomo? L'uomo cosa fa quando vuole rivoluzionare la propria vita e allo stesso tempo dare un preciso segnale di cambiamento al mondo esteriore?
Si estirpa la barba, si tinge i capelli, cambia taglio? No, secondo me l'uomo quando vuole comunicare al mondo che sta per trasformare la propria vita, cambia abbigliamento. La donna è abituata a cambiare capi ed accessori, molto più dell'uomo, e dunque non potrebbe utilizzare questo sistema come segnale per far capire in giro che sta scalciando contro la propria vita. L'uomo è più statico. Chi indossa giacche lo fa continuamente salvo nei rari momenti di tempo libero. Chi usa i jeans difficilmente se ne separa. Chi ama le cravatte non riesce ad uscire di casa senza il collo fasciato. Due bottoncini alla base della camicia per alcuni rappresentano un'ancora di salvezza.
Dunque, di questo uomo «prototipo», le cerchie dei conoscenti hanno una precisissima immagine. Lui è quello, sempre quello, forse scontato e prevedibile ma, in un certo modo, per questa staticità iconica, apparentemente affidabile. E allora, se la donna che vuole dare un taglio a determinate abitudini della sua vita, a degli affetti ormai ingombranti o pesi morti da dimenticare, esce e va dal parrucchiere, l'uomo di contrasto entra in un negozio, o apre il proprio armadio, e rivoluziona la propria immagine in quattro e quattr'otto . Ed ecco sorgere, sulla spinta di questa ferrea volontà di cambiamento, davvero un'altra persona. Non necessariamente migliore o più bella. Anzi. Semplicemente un uomo che vuole guardarsi allo specchio e vedersi diverso. E di conseguenza che anche gli altri lo percepiscano così.
Se si potesse allestire una visionaria infografica con la curva dei consumi dell'abbigliamento maschile nei picchi sentimentali, o nei momenti depressivi, dunque nel bene e nel male, scopriremmo finalmente i mesi clou in cui tanti uomini decidono di votarsi al cambiamento. E ancor più interessante sarebbe incrociare questi picchi non solo con i mesi ma dunque con le stagioni perché sarebbe bello capire quando le situazioni e gli umori- sono influenzati dal clima che a sua volta influisce sulla variazione che a sua volta influisce sui consumi.
E mentre scrivo , probabilmente arrovellandomi inutilmente, non so perché (ma forse sì) mi viene improvvisamente in mente un famoso verso di Pablo Neruda:
vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi
e così me lo immagino davanti al suo armadio il poeta, un attimo dopo aver scritto questo verso di pura felicità ( forse senza neanche una cancellatura) lo vedo, come fosse ora, il poeta, che decide di rinunziare al suo look da artista e propendere per un vestire comune, anonimo - perché l'amore è di tutti mica solo dei poeti -
eccolo lo vedo scendere in strada e andare incontro alla donna che gli ha ispirato quei versi così intrisi di violenta felicità carnale, lo scorgo, nel suo nuovo abito, che rappresenta la rivoluzione e il cambiamento epocale.
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