Il centrodestra lavora alla riforma fiscale con l'obiettivo di ridurre la pressione di tasse e imposte sul Pil. E in questo campo lo schieramento alternativo alla sinistra rappresenta una garanzia. Come ha ricordato Sestino Giacomoni, componente del coordinamento di presidenza di Fi, «la soglia minima di pressione fiscale negli ultimi 20 anni è stata raggiunta dal governo Berlusconi nel 2005, con il 39%, lontano anni luce dalla media degli altri governi». Con gli azzurri al governo, ha aggiunto, c'è «una grande opportunità per ridurre le tasse e far ripartire l'economia».
Trovare una sintesi con Lega e Fratelli d'Italia per «incidere» sulla legge delega di riforma non dovrebbe essere complicato. Il progetto di Forza Italia si fonda sullo schema «meno tasse e massima rateizzazione possibile» dei debiti tributari. In ambito Irpef la strategia è stata delineata da Silvio Berlusconi nell'intervista al Giornale di due giorni fa. «Una no tax area fino a 12.000 euro di reddito, una tassazione al 15% fino a 25.000 euro, al 23% fino a 65.000 e al 33% oltre i 65.000», ha spiegato il presidente. Sulla stessa lunghezza d'onda Massimo Bitonci, capogruppo della Lega in commissione Bilancio alla Camera. «L'Irpef non è più progressiva perché da 28 a 55mila euro si passa dal 27 al 38% di aliquota con la perdita di detrazioni e bonus Renzi», osserva sottolineando che «si può ridurre la no tax area a 12.000 euro e successivamente abbassare le aliquote per i ceti medi, che oggi pagano il 60% dell'imposta totale, nelle more di una ridefinizione complessiva degli scaglioni». Per Maurizio Leo, responsabile economico di Fdi, «occorre eliminare gli scaglioni al 38 e al 41% riducendo le aliquote a tre: 23, 27 e 42-43% con una no tax area unificata a 9mila euro sul modello tedesco». Così facendo, rileva, «bisognerebbe recuperare circa 10 miliardi di euro e si potrebbe intervenire su tax expenditure, reddito di cittadinanza e cashback».
Per Fdi è fondamentale la «detassazione del reddito incrementale», ossia l'applicazione di una flat tax al 15% sugli incrementi di reddito sia per autonomi che per dipendenti. La Lega, dal canto suo, punta alla flat tax del 15% per le partite Iva fino a 100mila euro di ricavi visto il successo della misura e, soprattutto, sulla reintroduzione della cedolare secca sugli affitti commerciali. Forza Italia e Lega, infine, sono d'accordo sull'abolizione dell'Irap che, a oggi, colpisce anche le aziende con una perdita nel conto economico.
Comunione d'intenti anche sul dossier riscossione. Per Berlusconi occorre «un vero anno bianco fiscale, bloccando le cartelle esattoriali fino alla fine del 2021 e una chiusura realistica del contenzioso pregresso». Secondo Bitonci, «bisogna trovare formule per ridurre il magazzino e per i milioni di cartelle che arriveranno al termine della proroga del dl Sostegni bis da agosto». In una sola parola: rottamazione delle cartelle e del contenzioso tributario.
Maurizio Leo, invece, ritiene opportuna una «tregua fiscale»: dilazioni lunghe a due e tre anni del solo debito senza interessi e sanzioni, ma soprattutto uno stop agli invii delle cartelle in attesa che si compia una ricognizione seria del magazzino della Riscossione.
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